Notizie inventate e sfacciatamente divulgate dal sito più importante del mondo: in provincia di Viterbo è tornata in funzione la macchina del fango. Protagonisti lupi e cinghiali. Tutta fauna ben avvezza a divorare qualsiasi cosa trovi sul suo cammino.
Tre giorni fa, il lupo pubblica la falsa notizia di un messaggio WhatsApp inviato a presunti iscritti del Partito democratico per sostenere la nomina di Luisa Ciambella ad assessore nella giunta Zingaretti: non si specifica, stranamente, né da quale telefono sia partito, né chi fossero stati i destinatari. Si lascia intendere però che dietro ci sia lo zampino di Fioroni o della stessa Ciambella, che invece non ne sapevano nulla. Ieri, poi, la seconda puntata: appresa dal lupo la notizia, si mettono in moto i cinghiali. Vari personaggi del Pd provinciale e comunale, con gli occhi rossi di odio, dicono che sì, adesso è tutto chiaro: la Ciambella avrebbe detto no all’ingresso di Mario Quintarelli nel gruppo consiliare del Pd per arrivare a una sorta di scambio: dentro lui, se io vengo nominata assessore. Il lupo, che ha orecchie grandi e bocca anche di più, pubblica tutto un’altra volta. E giù fango e ancora fango.
Ricapitolando: la prima notizia viene costruita apposta per giustificare la seconda, e cioè per innescare la reazione di sdegno sul falso baratto, inventato per mettere la Ciambella alla pubblica gogna, facendole in questo modo anche pressioni psicologiche con l’obiettivo di indurla ad accettare Quintarelli senza nessun dibattito programmatico. Falsità nella falsità, le viene attributo un no secco all’ingresso del collega, quando in realtà si era semplicemente limitata a dire che, vista la candidatura di lui due anni fa in una lista contraria a quella del Pd, l’operazione poteva essere fatta solo a fronte di un chiarimento a 360 gradi basato anche e soprattutto su temi e contenuti.
La Ciambella viene così accusata di rovinare l’immagine del partito, quando in realtà sono loro a sporcare la sua. Un atteggiamento a dir poco aggressivo, quello di questi signori, che si lasciano andare a una vera azione di stalking, un reato suscettibile di discussione in altre sedi più appropriate. Una reato tale e quale alla calunnia mossa all’indirizzo di Fioroni quando gli è stata attribuita la paternità di un messaggio che non esiste. Anche tutto questo è meritorio di più approfondite verifiche.
Dunque, la macchina del fango prima inventa e poi sulla base della sue stesse invenzioni attacca e scredita gli altri agli occhi dell’opinione pubblica. Cose che fanno rabbrividire. La macchina del fango si nutre di menzogne e di aggressioni verbali. Di attacchi e calunnie. Ma proprio in ciò mostra chiara la sua debolezza.