Il presidente di Talete, Andrea Bossola, accusato dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia di disastro ambientale per i prelievi di acqua dal lago di Bracciano il cui livello nel 2017 si abbassò pericolosamente deve fare un passo indietro. Lui risponde in quanto all’epoca dei fatti era consigliere di amministrazione di Acea.
Lo chiedono Fabio Valentini e Bengasi di Battisti della lista “Per i beni comuni”, rivolgendosi al presidente della Provincia, Pietro Nocchi, invitato a prendere in mano la situazione: La richiesta di rinvio a giudizio è un’ulteriore evidenza di come in taluni ambienti l’acqua sia ritenuta una merce. Furono le captazioni eccessive, conseguenza di una logica di esclusivo sfruttamento delle acque e dei luoghi, a determinare una crisi del delicato ecosistema del lago di Bracciano – affermano Valentini e Battisti -. Una decisione che ha messo a rischio la presenza di tanti esseri viventi, animali e vegetali. Ci chiediamo allora se il presidente della Provincia quale governatore delle acque del Viterbese non debba riflettere sulla possibilità di richiedere la sostituzione dell’attuale presidente con una figura maggiormente sensibile alle tematiche ambientali e portatore di una idea di acqua come bene comune, anche nel rispetto della volontà popolare espressa nel referendum del 2011. I nostri laghi, i nostri fiumi e le nostre sorgenti hanno bisogno di essere governati da sensibilità capaci di comprendere il loro delicato equilibrio”.