Riceviamo e pubblichiamo
Appresa la notizia, secondo la quale, dalla Regione sarebbero pervenute al comune di Civita Castellana, ben sette richieste che riguardano la riqualificazione di cave, la realizzazione di discariche e stabilimenti di riciclaggio, nonché la possibile riapertura della cava di Lucciano, oggetto di battaglie che vanno avanti da più di 10 anni, il Comitato Tevere Falisco, si augura, da parte dell’Amministrazione comunale, una ferma presa di posizione.
E’ più che noto che le sostanze generate dai processi di lavorazione in questi siti, possono contaminare in maniera irreparabile l’ambiente, e la preoccupazione degli abitanti per la loro salute è più che legittima.
La situazione diventerebbe molto più pericolosa se, durante la coltivazione delle cave, sono state esposte o superficializzate le falde acquifere, rendendole estremamente vulnerabili, cosa che purtroppo è accaduta nella maggior parte dei casi.
L’acqua è un bene comune ed essenziale per la vita e, “la politica in materia ambientale deve perseguire un elevato livello di tutela ed è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva” (Convenzione di Aarhus).
Per questo motivo le cave dismesse non vanno riempite con questi rifiuti chiamati inerti, che inquinerebbero le falde danneggiate e superficializzate durante l’estrazione, ma lasciate così come sono, per far si che la natura si riprenda ciò che gli è stato tolto, trasformandole in vere e proprie oasi di biodiversità e di riproduzione dell’avifauna selvatica.
Questi progetti, oltre a privare il territorio dell’Agro Falisco della sua naturale bellezza, intaccherebbero irrimediabilmente una terra colma di biodiversità, luogo di numerose aziende agricole d’eccellenza, che non potrebbero più garantire processi di produzione biologici, e sede di uno dei distretti ceramici più importanti del mondo, fiore all’occhiello del made in Italy che oggi dà lavoro a migliaia di persone.
Molte di queste eccellenze, sia agricole che ceramiche, sono oggi impegnate in progetti green ed ecosostenibili che hanno come obbiettivo la valorizzazione delle produzioni di qualità e del territorio, in un’ottica di un importante sviluppo turistico.
Se veramente vogliamo proteggere la nostra terra da questi attacchi scellerati di pseudo benefattori, che con la promessa di qualche posto di lavoro, vorrebbero trasformare questo territorio nella capitale europea dei rifiuti, dobbiamo coinvolgere nella protesta l’intera popolazione.
“Il modo migliore di trattare le questioni ambientali è quello di assicurare la partecipazione di tutti i cittadini interessati, ai diversi livelli” (Decimo principio della Dichiarazione di Rio sull’Ambiente e lo Sviluppo).
Nota – Il presente comunicato è indirizzato all’amministrazione comunale di Civita Castellana.
Comitato Tevere Falisco