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Home » Politica » A proposito dell’atavico isolamento della Tuscia

A proposito dell’atavico isolamento della Tuscia

2 Maggio 2020

Da Marco Faregna riceviamo e pubblichiamo

Ho letto con interesse un’intervista rilasciata da Luisa Ciambella su argomenti di cui mi sono occupato, a lungo, da consigliere comunale anche se in altra epoca politica. Senz’altro ho condiviso i toni, non campanilistici, né dettati dall’invidia politica, tanto in voga di questi tempi, in cui sembra che la contrapposizione territoriale, a qualsiasi livello, da quello nazionale a quello del singolo comune la faccia da padrona. Senz’altro ho condiviso l’analisi, puntuale delle carenze che storicamente si sono accumulate, creando un gap di dimensioni preoccupanti, che aggiungo io, partendo dalla carenza di infrastrutture di collegamento, finiscono per incidere non solo sul tessuto economico, ma anche sul versante culturale e del sapere collettivo, aggravato dai fenomeni migratori delle migliori energie giovanili, che trovano occasioni di realizzazione delle proprie capacità e competenze, altrove. Nel Nord Italia e sempre più spesso anche all’estero.
L’elenco è puntuale: 1) mancata realizzazione dei collegamenti viari, a partire dalla strozzatura a Monte Romano della trasversale, Orte-Civitavecchia e mancato proseguimento dell’intervento sulla Cassia; 2) permanere delle tre direttrici ferroviarie verso Roma, tutte ferme per tracciato e tempi di percorrenza alla prima metà del secolo scorso. La Viterbo-Capranica-Roma – la Viterbo-Orte-Roma – la Viterbo-Civita Castellana-Roma; 3) silenzio imbarazzante sull’alta velocità, nonostante l’attivismo recente del consigliere regionale Pd, sfociata in una raccolta di firme consistente, ma che ha scontato il totale isolamento, in termini di alleanze, sia nella trasversalità della comunità politica, che nella interazione con gli ambiti territoriali limitrofi.
Su un punto però il dissenso è profondo. Non riesco a condividere l’ottimismo riscontrato nella volontà politica di invertire la tendenza, naturalmente sempre pronto a ricredermi e prendere atto del contrario. Sul fronte ferroviario, pensare che si possa intervenire su tutte e tre le line è fuori del mondo, e questo tergiversare per non urtare la suscettibilità di nessuno, è populismo improduttivo anche di consensi, oltre che di risultati. Sull’alta velocità, da Italia Viva abbiamo avanzato la proposta di attivare una trattativa con l’altro vettore Ntv (Italo), non riesco a vedere altre soluzioni, visto che la trattativa con le Ferrovie dello Stato si è appena conclusa senza alcun esito utile per la Tuscia e non solo.
SULLA TRATTATIVA CON ITALO CHIEDO A LUISA CIAMBELLA DI ESPRIMERSI, COME LO CHIEDO A TUTTE LE FORZE POLITICHE, SINDACALI E ALLE ASSOCIAZIONI DEL MONDO DELLE IMPRESE E DELLA COOPERAZIONE CHE NON VOGLIANO RIDURRE LA POLITICA ALLA SOLA POLEMICA STERILE E IMPRODUTTIVA.
Sulle reti viarie sarò categorico. Fin che non sarà ufficialmente insediato il commissario che sblocchi la situazione della trasversale Orte-Civitavecchia, riterrò qualsiasi dichiarazione solo chiacchiere. Anche questa proposta è stata avanzata da Italia Viva con il piano Shock del Lazio e fino ad ora ha suscitato solo polemiche sulla attuabilità. Se qualcosa è cambiato, lo si dimostri facendo in fretta.
Sulla questione della Cassia parlare ancora di ammodernamento, non è solo inopportuno, ma paralizzante, come dimostrano i fatti. Da Roma a Monterosi non si è solo ammodernato, si è raddoppiato e il raddoppio deve poter giungere fino a Siena, per farla diventare ciò che la Cassia è stata storicamente, prima che venisse inaugurata l’Autostrada del Sole.
DIVERSAMENTE E’ MEGLIO RIPORTARLA ALLA ANTICA PAVIMENTAZIONE ROMANA, ISTITUIRE LE VECCHIE STAZIONI DI POSTA CON CAVALLI, BIGHE E CARRI AI CONFINI DELLA PROVINCIA E FARLA DIVENTARE DI CONSEGUENZA, UNA FORMIDABILE ATTRAZIONE TURISTICA A LIVELLO MONDIALE.

Marco Faregna

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