Esiste un legame tra inquinamento e diffusione del Covid? L’hanno ipotizzato in molti, ma al momento non c’è nessuna evidenza scientifica che lo possa sostenere.
Nasce in questa ottica un progetto di ricerca che nei prossimi vedrà lavorare insieme, per capire la possibile correlazione tra i due fenomeni, l’Enea, l’Istituto superiore di sanità e il Sistema nazionale per la protezione ambientale.
In particolare il progetto vuole approfondire: il discusso legame fra inquinamento atmosferico e diffusione della pandemia; le interazioni fisico-chimiche-biologiche fra polveri sottili e virus; e gli effetti del lock down sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra.
Il progetto si chiama Pulvirus e si svilupperà sull’arco di un anno, ma fra pochi mesi saranno già disponibili alcuni risultati significativi. “Ciò che si è verificato con il lockdown – spiegano Enea, Iss e Snpa – è un evento eccezionale, e speriamo unico, e rappresenta un involontario esperimento di blocco delle sorgenti emissive, altrimenti non attuabile, che può dimostrare l’ampiezza e l’intensità delle misure da porre in essere per rispettare i limiti alle concentrazioni e fornire indicazioni per affrontare le cosiddette ‘emergenze smog’ che si ripresentano annualmente”.
“Nello specifico – continuano – il progetto parte dall’evidenza che le misure di contrasto al Covid hanno causato riduzioni delle concentrazioni di alcuni inquinanti atmosferici, riscontrata dai dati delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria. L’analisi preliminare indica che le concentrazioni degli inquinanti non seguono gli stessi andamenti, come è inevitabile che sia per fenomeni complessi e non lineari. La diminuzione delle concentrazioni di alcuni inquinanti come il biossido di azoto sembra interessare maggiormente le stazioni di monitoraggio vicine al traffico veicolare e meno quelle lontane dalle sorgenti. Gli andamenti altalenanti della concentrazione del particolato dipendono dal ruolo che la variabilità meteorologica e le reazioni chimiche in atmosfera giocano nella sua formazione e dispersione. L’obiettivo è quindi quello di effettuare un’analisi seria e approfondita su queste tematiche, fondata su protocolli scientifici verificabili, così da fornire a istituzioni e cittadini informazioni attendibili utili per la migliore comprensione dei fenomeni e l’assunzione delle opportune decisioni”.