“Siamo al lavoro a pieno ritmo per mettere in campo, fin dal 4 maggio, quando ci sarà la prima riapertura delle attività, il massimo di vetture possibili e per garantire la sicurezza dei pendolari e dei lavoratori”.
La rassicurazione arriva dall’assessore ai trasporti della Regione Lazio, Mauro Alessandri, in audizione nella relativa commissione consiliare. Entrando nel merito del modello che si sta progettando nella cabina di regia regionale sui trasporti, insieme a Cotral, Atac e Fs, l’assessore ha spiegato che “fin dal 4 maggio Cotral avrà in servizio l’84 per cento delle vetture che circolano normalmente in un giorno feriale, Fs il 70 per cento, Atac l’88 per cento. Con le nuove norme, che, visto l’obbligo di mascherine, rendono meno stringente il distanziamento, pensiamo che le vetture possano essere utilizzate al 50, 60 per cento della capienza”.
Non sappiamo dove Alessandri abbia appreso che grazie alle mascherine viene meno il distanziamento, di certo c’è che dal 4 maggio la domanda di trasporto pubblico non potrà essere quella di un giorno normale vista la chiusura delle scuole e la previsione di fasce orarie diversificate per l’apertura delle attività. Resta in ogni caso il tema di chi deve controllare il contingentamento dei passeggeri e il rispetto dell’obbligo della mascherina. Atac e Cotral non hanno personale sufficiente.
E comunque fin qui i problemi di oggi. Ma tra quattro mesi, quando riapriranno le scuole, che accadrà con il Cotral anche in provincia di Viterbo? I pullman che circolavano sulle nostre strade, finché sono state aperte le scuole, erano tutti i giorni al centro di forti proteste da parte di studenti e genitori. Se ne sono viste di tutti i colori da settembre a febbraio: corse saltate; altre che non riuscivano a contenere tutti in ragazzi; paesi isolati, basti pensare alla situazione surreale dell’Istituto agrario Agosti di Bagnoregio; mezzi che si rompevano lasciando tutti a piedi. Per certi versi, il coronavirus è stata una mezza salvezza per il Cotral, ma anche per la Provincia di Viterbo, nella persona del presidente Nocchi, e per la Regione, nella persona del consigliere Panunzi, le cui rassicurazioni, a fronte della proteste arrivate da tutta la Tuscia, sono puntualmente cadute nel vuoto. Al punto, lo ricorderete, da mettere bocca, come ha fatto maldestramente proprio Nocchi, addirittura negli orari scolastici, andando ad invadere il campo dell’autonomia dei dirigenti.
Appunto per questo il coronavirus è stato, concedeteci l’ironia, manna caduta dal celo per i nostri amministratori. Ma, ci si chiede, che cosa faranno Cotral, Nocchi & C. a settembre? Lo sanno che anche sui mezzi vale la regola del distanziamento? Se i pullman non bastavano tre mesi fa figuriamoci se bastano a partire dal prossimo settembre… Il problema se lo sono posto o hanno intenzione di affrontarlo all’ultimo momento quando i buoi (perché è questo quello che succederà) saranno scappati dalla stalla?