Scuole chiuse fino a settembre. Poi tutti in aula, ma secondo rigide regole di distanziamento sociale. Non più classi pollaio, ma banchi ben distanziati l’uno dall’altro e ferree misure per garantire l’igiene.
Cosa stanno facendo i nostri politici, a cui è demandata la manutenzione degli edifici, per non arrivare impreparati a questo appuntamento con la ripresa delle lezioni? A quanto pare nulla.
Tutto tace dalle parti di Palazzo dei Priori, dove Arena & C. sono in tutt’altre faccende affaccendati e la stessa cosa accade a Palazzo Gentili, dove il capranichese presidente Nocchi è stato finora impegnato a trovare il modo per non farsi togliere la poltrona da sotto il sedere. Le scuole, si sa, dipendono dal Comune (elementari e medie) e dalla Provincia (superiori): non sarebbe il caso che Arena e Nocchi, invece di mettersi solo in posa con la mascherina sulla bocca, cominciassero a lavorare sin da ora per garantire un tranquilla ripresa dell’anno scolastico?
Lo stanno facendo in tante altre province, in cui sindaci e presidenti, oltre che utilizzare questo periodo di fermo per effettuare vari lavori di sistemazione, si sono messi al lavoro per cercare altri spazi in cui dislocare le classi che non possono più stare tutte insieme in edifici il più delle volte vecchi e angusti. Lo facciano dunque anche i due nostri eroi, tanto più che ora, visto che si sono alleati, potrebbero scambiarsi vicendevoli consigli per l’accoglienza di ragazzi e docenti tra poco meno di cinque mesi.
Si diano da fare perché una cosa è certa: se a settembre l’anno scolastico registrerà disservizi, la colpa sarà loro e soltanto loro.