Pochi i tamponi eseguiti all’inizio dell’epidemia nelle case di riposo nel Lazio. Se fossero stati fatti di più – dice Antonello Aurigemma – sarebbero state evitate le decine e decine di contagi registrati negli ultimi giorni.
Un duro atto di accusa contro la Regione quello lanciato dal consigliere di Fratelli d’Italia, che, da quanto si apprende da dichiarazioni rilasciate al quotidiano il Tempo, sostiene che Nicola Zingaretti e l’assessore Alessio D’Amato volevano risparmiare. I tamponi, insomma, secondo loro costavano troppo.
“Ci sono mail e pec – ha spiegato Aurigemma – da cui risulta come la Regione, a fronte della possibilità di utilizzare i laboratori privati, abbia preferito non farlo aggravando la situazione invece che alleviandola. C’è una circolare del ministero della salute che spiega come sia fondamentale eseguire i tamponi al personale sanitario. I degenti nelle rsa sono praticamente reclusi dall’inizio della pandemia senza poter vedere nessuno. Quindi, i contagi non possono essere avvenuti attraverso contatti inesistenti con persone esterne alle strutture. Ecco perché era fondamentale che la Regione facesse i tamponi. E’ sorprendente vedere come negli elenchi delle determine per fronteggiare l’emergenza ci siano acquisti ingenti di mascherine, ma solo 150 mila tamponi”.
Al di là di ciò è sorprendente anche notare come Fratelli d’Italia, che con il Pd del consigliere regionale Panunzi si è alleato in Provincia, si comporti a Roma nei riguardi dell’amministrazione Zingaretti. Coerenze della politica. C’è di chi che riflettere per il Pd, non c’è dubbio.
Per ritornare ai tamponi, si sa che si tratta di un problema che ha interessato da vicino la provincia di Viterbo, dove la direzione generale della Asl, più realista del re (cioè della Regione), pur di fare bella figura a Roma, per settimane ha fatto finta di non sentire gli appelli volti a chiedere un aumento dei test. Il bilancio non andava appesantito. “Ci atteniamo ai protocolli”, sempre questa, non a caso, la risposta fornita con disappunto.
Una Asl, quella viterbese, che in tutte le scelte compiute in questo periodo si è dunque mostrata più interessata al portafoglio che al resto. Basti pensare anche alla storia di un luogo da scegliere per la fisioterapia ai pazienti dimessi dal reparto Covid: solo ora si è decisa a provvedere, optando per l’ospedale di Montefiascone, dopo che a Roma erano settimane che si lavorava in questa direzione.