Le due facce della sanità viterbese. Una buona e una cattiva. Una è quella rappresentata dalla professionalità di medici e infermieri, che in questa guerra contro il nemico invisibile non si sono mai risparmiati, lottando contro tutto e tutti, come dimostra il bassissimo tasso di mortalità registrato nella nostra provincia. Il più basso nel Lazio. L’altra faccia è invece quella della burocrazia, della dirigenza della Asl inondata di critiche per alcune delle scelte fatte, ma anche per l’atteggiamento mostrato nei riguardi degli utenti e dell’opinione pubblica.
Le critiche, dicevamo. Invece di farne tesoro, i vertici della Cittadella le hanno sempre vissute in queste settimane come fossero un’onta. Alle osservazioni dei pazienti e dei loro familiari hanno sempre risposto nascondendosi dietro numeri e protocolli, dimenticando che la sanità non può essere ridotta ad aride cifre visto che in ballo ci sono delle vite umane. E’ mancato, al di là delle discutibili scelte operate (basti pensare ai tamponi), l’atteggiamento mentale giusto per affrontare questa emergenza.
Se la dirigenza della Asl fosse all’altezza degli operatori, medici e infermieri, tecnici e assistenti, potremmo dire di avere una buona sanità, ma purtroppo non è così. Chi comanda è solo preoccupato di apparire sulla stampa, ignora le critiche dei cittadini, dei familiari e degli operatori. Ci troviamo di fronte a una dirigenza sorda, autoreferenziale, che avrebbe bisogno di un grande bagno di umiltà. Evidentemente a questa dirigenza il sentirsi coperta dall’alto fa dimenticare che sta lì al servizio di chi sta in basso, cittadini e malati.