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Home » Cultura » Cinquecento anni fa moriva Raffaello. Al via le celebrazioni

Cinquecento anni fa moriva Raffaello. Al via le celebrazioni

6 Aprile 2020

Iniziate a Roma, con la deposizione sulla sua tomba al Pantheon di un mazzo di rose rosse insieme a fiori disegnati da bambini, le celebrazioni per la ricorrenza dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio.

Tra le iniziative la messa in onda della première sul canale YouTube del MiBact all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=qJiSm9y-jzE. Si tratta di un racconto intimo e appassionato del rapporto personale e professionale di esperti e studiosi di fama del “Divin pittore” incentrato sul tema che più di ogni altro fu al centro dell’opera di Raffaello, l’amore. Con i contribuiti di Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, Marco Ciatti, direttore dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze; Mario De Simoni, presidente delle Scuderie del Quirinale; dello storico dell’arte Claudio Strinati; del restauratore Antonio Forcellino; della scrittrice Melania Mazzucco, di Marzia Faietti e Matteo Lanfranconi, curatori della mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale.
Il video di un’ora, in cui storici dell’arte, critici e restauratori si alternano nella narrazione, è aperto da un appassionato ricordo da parte di Claudio Strinati del pittore urbinate, come egli stesso si firmava, e delle circostanze della sua morte, così come raccontate da Giorgio Vasari e nelle cronache dell’epoca che riportano lo sgomento che prese la corte pontificia in quel venerdì santo, il 6 aprile del 1520.
Il direttore dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Marco Ciatti, illustra il rapporto di Raffaello con la tecnica, l’amore verso il proprio lavoro e i materiali della pittura, e l’equilibrio raggiunto tra capacità tecnica e doti stilistiche, raggiunto con un’apparente facilità che nasconde invece un lavoro duro e faticoso.
La direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, confessa quanto Raffaello sia stato dirompente per la sua esperienza professionale, un artista che ha coinvolto gran parte della sua vita e autentico filo rosso della sua formazione.
Il restauratore Antonio Forcellino in un intervento particolarmente evocativo sottolinea invece quanto non ci si renda conto di quanto sia necessaria l’immagine della bellezza raffaellesca, che ci ricorda quanto il mondo possa essere anche felice, armonico, compassionevole e appagante.
La scrittrice Melania Mazzucco ricorda quanto per Raffaello l’amore sia l’unico dio, più importante di Giove o di Marte, e che né l’ingegno né l’arte potevano spegnere questo fuoco, mentre la curatrice della mostra alle Scuderie del Quirinale, Marzia Faietti, ricorda quanto per amore dell’arte il pittore intraprese uno studio faticosissimo senza mai tradire la fatica.
Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, prende spunto dai ritratti di Angela e Maddalena Doni per ricordare quanto l’amore sia importante anche in questo difficile momento all’interno dei nuclei familiari, mentre un altro curatore della mostra al Quirinale, Matteo Lanfranconi, sottolinea che l’amore per la cultura e per il mondo antico guidarono l’opera di Raffaello.
Il video si conclude con le riflessioni di Mario De Simoni, presidente delle Scuderie del Quirinale, che ripercorre quanto Raffaello sia attuale e incida anche nei rapporti fra gli Stati e le diverse culture: questo artista, ad esempio, è sempre stato particolarmente amato dai russi, al punto che una sua opera, “La Madonna Sistina” conservata a Dresda, era presente in copia nelle stanze di Tolstoj e Dostoevsky.
Testimonianze diverse, quindi, che accompagnano le celebrazioni odierne di Raffaello che proseguiranno durante l’intera giornata sui social e sul canale YouTube del MiBACT e sulle reti RAI, con documentari, film e collegamenti radiofonici con storici dell’arte e studiosi.

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