
Come a Roma, dove già sono state individuate alcune strutture ad hoc (in particolare l’Hotel Marriot vicino al Policlinico Gemelli), anche a Viterbo servono posti extra ospedalieri in cui ospitare i pazienti Covid che vengono dimessi da Belcolle e che non possono trascorrere in casa il periodo che arriva fino alla completa guarigione, certificata da due tamponi da cui risulti la completa negatività al virus. Per questo tipo di servizio si parla, inoltre, anche di pazienti con patologie respiratorie che richiedono periodi di assistenza prolungati in regime semi-ospedaliero e assistenziale. Di fatto viene erogata attraverso questo meccanismo un’assistenza più leggera e intermedia.
A Viterbo, è la domanda, come si intende procedere? Circola l’indiscrezione che la Asl voglia prendere in affitto alcuni bed and breakfast in centro, ma, se fosse vero, si tratterebbe della soluzione giusta? A ben vedere, sembra proprio di no. E’ evidente, infatti, che non si possono “disperdere” i pazienti in giro per la città e infatti solo mettendoli tutti in un’unica sede ci si mette nella condizione di garantire servizi puntuali ed efficienti. Serve insomma un immobile in cui sia garantita la presenza costante di un assistente socio-sanitario e di un infermiere, senza considerare un medico che passi più vole nel corso della giornata. Fare tutto ciò in sorta di un albergo diffuso quale potrebbero essere i bed and breakfast sarebbe impossibile.
E allora quale soluzione? Beh, ce ne sarebbero tante: dagli ex ospedali di Montefiascone e Ronciglione a qualche albergo con non meno di 50 posti letto, fino alle caserme militari che hanno ampi spazi liberi. Sarà interessante vedere come deciderà di muoversi l’Azienda sanitaria locale.