In questi giorni è un susseguirsi di sindaci e amministratori di Comuni piccoli e grandi e di altre tipologie di politici che fanno a gara per mostrare il loro lato solidale nei confronti dei più deboli, di chi, avendo perso il lavoro, sta vivendo sulla propria pelle le conseguenze drammatiche della crisi indotta dal virus. C’è chi organizza collette, chi raccoglie pacchi alimentari da distribuire, chi prega e chi invoca addirittura la Vergine Santissima. Tutto legittimo se non fosse che le testimonianze fotografiche di tutte queste “magnifiche gesta” vengono poi date in pasto ai social e ai comunicati stampa per mostrarsi e farsi propaganda a buon mercato. Riteniamo che tutto ciò sia semplicemente ridicolo se non di pessimo gusto. La carità, quella vera, non si spiattella ai quattro venti: è qualcosa che si fa senza pensare di riceverne un tornaconto, quand’anche solo di natura pubblicitaria.
Questo della comunicazione sul nulla gridata ai quattro venti, nello spasmodico tentativo di dire io ci sono, è un altro virus che purtroppo ha contagiato troppa gente. Un virus che però passata l’emergenza sicuramente lascerà sul campo vittime e feriti. Non ci si rende conto infatti che nulla, dopo questo periodo, sarà più come prima. Neanche la comunicazione, che, se non usata con parsimonia e buon senso, si ritorcerà necessariamente contro chi ha cercato di utilizzarla non già per gli altri, ma per se stesso. Ne riparleremo tra qualche mese.