Sono le case di riposo e cura, come detto tante volte in questi giorni, i punti nevralgici di questa emergenza. I nervi scoperti di un sistema che finora si è concentrato poco o addirittura per niente all’interno di queste residenze dove i contagi e i morti, come dimostrano i casi verificatisi a Roma e in provincia di Rieti, rischiano di propagarsi alla velocità della luce.
Servono per questo motivo – se n’è accorta l’altro giorno anche la Regione, che ha inviato una nota alle Asl e alle Prefetture – test a tutti, agli ospiti e agli operatori socio-assistenziali. Si tratta di una spesa, è vero, ma c’è in ballo la sopravvivenza di tante persone. Non possiamo permetterci di far finta di nulla. E in ogni caso la copertura dei costi può avvenire anche attraverso l’impegno delle istituzioni: oltre a Regione e Asl, i Comuni e la Provincia, come ha chiesto già la lista “Per i beni comuni” (Bengasi Battisti e Fabio Valentini). Prefettura e Asl hanno nel frattempo hanno inviato dei questionari a tutti i Comuni della Provincia per invitarli a rappresentare la situazione sui loro territori e avviare nel contempo una sorta di censimento. Un provvedimento tardivo, ma adesso non c’è più altro tempo da perdere.
E’ di ieri il caso dell’operatrice di Villa Immacolata trovata positiva al test, questo a dimostrazione che se non si agisce in fretta il pericolo che corriamo è davvero incalcolabile.