Sarebbero in corso, in queste ore, tamponi a tappeto all’interno di una casa di riposo di Viterbo, dove sarebbe risultato contagiato un ospite.
Per la propagazione del virus le case di riposo sono delle vere polveriere. Basti pensare alla “Giovanni XXIII” di Roma, a Nerola in provincia di Roma, all’Ini Città Bianca di Veroli in provincia di Frosinone e alla Rsa di Guidonia. “Queste le criticità accertate. Queste le situazioni drammatiche” che preoccupano le organizzazioni sindacali di Spi Cgil – Fnp Cisl e Uilp Uil del Lazio: “Siamo di fronte ad una situazione terribilmente inedita. Le residenze per anziani e case di riposo stanno diventando dei veri e propri lazzaretti. Ospiti, lavoratori e responsabili delle Rsa stanno affrontando all’interno di queste strutture gli effetti devastanti del coronavirus. Responsabili sanitari e organizzativi, operatori sanitari, socio sanitari e assistenziali che intervengono nelle Rsa, devono poter operare in totale sicurezza a tutela della salute propria e degli ospiti anziani”.
“La situazione è, come per tutti – prosegue la nota dei sindacati – inedita complessa, difficile e di durata non breve. Abbiamo da poco rinnovato la nostra presenza unitaria nei comitati di partecipazione nelle Rsa, vigiliamo attentamente sulle condizioni attuali di vita degli ospiti e per la migliore tutela possibile delle condizioni di lavoro di tutti quelli che operano e intervengono a diverso titolo nella vita di tutti i giorni nelle Rsa. Individuare i contagiati, gli asintomatici ed i negativi, garantendo la possibilità di effettuare tamponi per tutti gli utenti e operatori delle strutture residenziali. Isolare e distanziare il più possibile le persone anche all’interno delle strutture”.