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Home » Politica » L’Oms: “Più test sui casi sospetti, i loro contatti e i sanitari”

L’Oms: “Più test sui casi sospetti, i loro contatti e i sanitari”

19 Marzo 2020

“Più test sui casi sospetti, i loro contatti e i sanitari”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Serra, Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione mondiale della sanità. Le cose non vanno in questa direzione a Viterbo, dove i tamponi sono stati fatti solo ai sintomatici. Non sono stati eseguiti a tutti i medici e infermieri, né ai parenti e conoscenti di persone sintomatiche o addirittura ricoverate perché gravi.

“Non ne usciremo il 3 aprile – dice Guerra al Corriere della Sera -. Anche se le misure re­strittive attuate dal governo a più riprese dovessero incidere sensibilmente sul calo della curva di infezioni è probabile che l’Italia dovrà mantenere alta la guardia, con tutte le li­mitazioni che ne derivano”.

“L’Oms – aggiunge – non ha cambiato idea sui test. Più degli scree­ning di massa è fondamentale aumentare il più possibile i test su tutti i casi sospetti e su tutti i loro contatti per garan­tire che queste persone entri­no in quarantena e vengano seguite da una struttura sani­taria. L’attenzione deve essere concentrata su questi indivi­dui e sugli operatori sanitari, che devono fare più test. Van­no quanto più possibile attua­te misure congiunte in queste situazioni. Più la risposta è univoca più il virus potrà esse­re contenuto”.

Per quanto riguarda il post 3 aprile, Guerra ritiene “che si dovrà anda­re avanti con misure di conte­nimento oltre quella data, so­prattutto se vedremo, come ci auguriamo, che hanno fun­zionato e i casi hanno preso a scendere. C’è un altro motivo per cui sarebbe pericoloso rompere le righe. Siamo cir­condati da Paesi dove il Covid- 19 è in piena esplosione e non potremmo permetterci di cor­rere il rischio di importare nuove infezioni dall’estero. Sarebbe impossibile fermare i cittadini europei alle frontie­re”.

“Tre giorni fa – testimonia il direttore aggiunto dell’Oms – sono tornato da Ginevra, sede dell’Oms, e all’aeroporto c’era la calca. Se anche avessero serrato i ran­ghi il giorno dopo sarebbe stato tardi. Un atteggiamento del tutto irragionevole, mo­strato un po’ da tutti i governi. Era prevedibile che la pande­mia non avrebbe risparmiato l’Europa e che non si sarebbe limitata a colpire l’Italia e ba­sta”.

L’Italia quando vedrà la luce in fondo al tunnel? “La luce è quella che vedono adesso Cina e Corea del Sud, Paesi dove le misure so­no state aggressive, immedia­te e hanno avuto pieno suc­cesso. Il modello di riferimen­to, ci piaccia o no, è quello. Sappiamo però che quel mo­dello non può essere calzato da tutti e allora i risultati non possono essere altrettanto sensibili. Segregazione, di­stanziamento sociale, isola­mento domiciliare, quarante­na. In assenza di terapie e vac­cini sono solo questi gli inter­venti possibili”.

Circa la possibilità di trasmissione del virus tramite gli oggetti, Guerra ha specificato che “dai tempi della Sars non esiste un caso documentato di trasmissione ambientale, ovvero avvenuta senza un contatto interumano. E’ un ri­schio teorico, che non signifi­ca possibile. Purtroppo in medicina il rischio zero non esiste”.

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