Oggi 17, marzo 2020, sono stati 84 i nuovi casi di coronavirus registrati in tutto il Lazio. Sette però solo a Viterbo. Quasi il 9 per cento. Un dato impressionante per la nostra piccola provincia. Il punto è che qui, come si è visto, si fanno pochissimi tamponi. Se ne eseguono molti meno rispetto al resto della regione, ragione per cui c’è da ritenere che i positivi in circolazione siano davvero tanti.
Sull’importanza dei tamponi è in corso un dibattito serrato, basti pensare al modello del Veneto, dove ne sono stati fatti a migliaia e se ne vogliono fare sempre di più. Considerato, quello dei tamponi, l’unico modo per fermare il virus, nel Lazio le cose vanno diversamente e a Viterbo in particolare il numero di quelli fino ad ora eseguiti appare ridicolo. Non si comprende il motivo di tutto ciò a meno che non si voglia credere che nella Tuscia sia in voga la teoria dell’immunità di gregge, quella per intenderci sposata in un primo momento dal premier inglese che nei giorni scorsi aveva detto che era meglio far circolare il virus al fine di renderlo con il tempo (nonostante i morti che mieterebbe) meno pericoloso.
Fatto sta che il non fare i tamponi espone la popolazione a rischi molto alti. I positivi, in questo modo non refertati, continuano a contagiare le persone sane, che poi a loro volta diventano portatori di malattia contribuendo a determinare un contagio esponenziale molto pericoloso.