Il picco dei contagi nel Lazio la prossima settimana. La pensa così anche il professor Massimo Andreani, primario del reparto di malattie infettive del policlinico Tor Vergata.
“Tenendo presente che i casi che stiamo vedendo – ha detto al Messaggero – corrispondono a infezioni che sono state contratte nei 14 giorni precedenti, dobbiamo prepararci a un incremento progressivo delle situazioni nei prossimi 7-10 giorni”. “Questa – ha aggiunto – è un’epidemia che sta scorrendo. Posso sostenere che la Lombardia, ad esempio, ha raggiunto il suo picco e il Lazio ancora no, ma siamo in una fase di ascesa e credo che sarà anche abbastanza rapida nei prossimi giorni”.
Relativamente alla tesi secondo cui i decessi finora avvenuti sono stati imputati a patologie pregresse, Andreani ha specificato che “la mia posizione personale è che quando una persona, seppur con gravi patologie pregresse, muore nel corso dell’infezione da Covid-19 è questo la reale causa di morte. Per capirci: in un paziente neoplastico che muore per una sepsi batteria, è la sepsi la causa di morte e non la neoplasia. Tanto è vero che se si dovesse compilare una scheda di morte si scriverebbe che quella è stata la causa terminale. Ovviamente il virus attacca di più organismi fragili ma chi prende la polmonite da Covid muore per quella e non per il diabete che già aveva. Per me clinico questa discussione è poco comprensibile”.