Urgono dispositivi di protezione per gli operatori sanitari, per evitare che gli ospedali diventino ulteriori centri di contagio. E’ l’appello rivolto dal sindacato dei medici Anaao Assomed in una lettera aperta al premier Conte e al ministro Speranza, in cui criticano la disposizione per cui i sanitari esposti a pazienti Covid-19 non sono più posti in quarantena, ma continuano a lavorare anche se potenzialmente infetti.
“L’Anaao Assomed non può esimersi dall’esprimere il più assoluto dissenso – si legge nella lettera – rispetto ai contenuti dell’art. 7, e a tal proposito sta presentando opportuni emendamenti in sede parlamentare. Il dissenso è legato al notevole aumento del rischio clinico, per il lavoratore e per i pazienti, data la grave e persistente carenza di Dpi, di tamponi e il colpevole ritardo nell’eseguire e processare gli stessi. Affinché le Asl/Aso mettano in sicurezza tutti gli operatori impegnati in prima linea (Emergenza/Urgenza, Terapie intensive, Malattie infettive, Pneumologia, etc)”, secondo il sindacato è necessario: “Che essi siano forniti di adeguati DPI (in particolare maschere FFP2, guanti, visiere e sovracamici), in quanto all’interno delle Strutture Sanitarie oramai non e’ piu’ possibile discernere chi e’ stato esposto da chi no. I medici e gli infermieri potrebbero diventare fonte loro stessi di infezione, per cui negli altri setting deve essere obbligatorio indossare mascherine chirurgiche, guanti e visiere”.