Da rifare il processo per l’inquinamento del lago di Vico, che nel 2018 vide prosciolti gli ex sindaci di Ronciglione e Caprarola, Massimo Sangiorgi e Alessandro Cuzzoli. Accusati di disastro colposo ed erogazione di acque contaminate per il consumo umano, secondo l’accusa (aveva indagato il pm Pacifici) avevano omesso di esercitare i dovuti controlli sull’uso dei fertilizzanti da cui deriverebbe il proliferare dell’alga rossa. La sentenza di assoluzione dei due ex primi cittadini fu pronunciata dal giudice Gaetano Mautone in base all’articolo 129 del codice di procedura penale che consente di prosciogliere un imputato quando vengono meno le condizioni di punibilità.
“Il processo penale relativo all’inquinamento del lago di Vico – commenta il Codacons – riparte da zero. O, meglio ancora, finalmente parte. La Corte d’appello ha infatti annullato la decisione dei giudici del Tribunale di Viterbo, i quali avevano assolto gli imputati prima ancora che il processo avesse inizio, facendo illegittima applicazione dell’art. 129. Ciò, inoltre, dopo che gli imputati erano stati rinviati a giudizio sulla base di una perizia espletata in sede di incidente probatorio. Ora – spiega ancora il Codacons – sarà quindi la Corte d’Appello di Roma a fare il processo che il Tribunale di Viterbo non ha voluto fare. Il Codacons, costituito parte civile, continua a far sentire la propria voce affinché si abbia un processo compiuto e corretto, nel pieno contraddittorio tra le parti, e le eventuali responsabilità vengano definitivamente accertate”.
Parti civili anche il Comitato acqua pubblica, Accademia Kronos e Codici.