Secondo Egidio Gubbiotto del sindacato Confael la Asl avrebbe affrontato l’emergenza Coronavirus dopo che “i buoi sono usciti dalla stalla”.
“I presidi di protezione individuale (mascherine a norma e non quelle chirurgiche, guanti monouso e disinfettanti per le mani sia per gli operatori che per gli utenti) – denuncia – da quanto ci risulta sono carenti e corre voce che scarseggino i fondi per l’acquisto. Il personale si sta infettando: non solo quello sanitario, ma anche quello amministrativo. Lo dimostra ad esempio la quarantena dei dipendenti della direzione sanitaria di Belcolle”.
“Ci è giunta notizia – sempre Gubbiotto – che anche alla Cittadella della salute siano stati messi in quarantena gli operatori sanitari di un ambulatorio, ma sembra che questi abbiano frequentato anche altre stanze. Ci segnalano che il presunto medico risultato infetto recentissimamente dialogava con personale dell’oncologia dove i pazienti non godono di una forte immunità. Allora ci si chiede: nei meandri della Asl vige l’omertà? Quali provvedimenti sono stati assunti a tutela dei dipendenti e degli utenti? Non abbiamo notato nessun diffusore per la disinfezione delle mani, né presso il Cup, né presso gli ambulatori, né nei pressi dell’ambulatorio diabetologico”.
“Gli operatori sanitari – prosegue il sindacalista – erano già stremati prima del Covid ed ora incalza su di loro una ulteriore fase di stress. Fa arrabbiare che chi è in trincea non ha avuto e non ha le posizioni organizzative. I possessori di tale beneficio stanno altrove, ben lontani dagli utenti che, fino ad accertamenti conclusi, vanno considerati potenziali infetti o portatori sani di infezione. Questo momento dovrebbe indurre la direzione della Asl a valutare positivamente la nostra protesta. Egoisticamente, riteniamo che questo maledetto virus, una nota positiva l’abbia portata ed equivale all’assunzione di operatori sanitari a copertura delle piante organiche. Infine – conclude – dobbiamo manifestare il nostro disappunto sulla distribuzione delle divise”.