L’avvocato della famiglia di Aurora Grazini, la sedicenne di Montefiascone trovata morta dai genitori sabato mattina nel suo letto dopo essere stata visitata il giorno prima al pronto soccorso di Belcolle, dove l’avevano rimandata a casa, non ha dubbi. Non le sarebbero state prestate tutte le cure di cui aveva bisogno.
Il legale in questione è Giuseppe Picchiarelli, che ieri, intervenendo a La Vita in diretta, si è soffermato anche sulla singolarità del comunicato diramato dalla Asl nelle ore successive alla tragedia. La direzione dell’azienda sanitaria, escludendo problemi di natura fisica, aveva infatti parlato di disagio psicologico, tanto che alla ragazzina era stata fissata una visita presso uno psicologo. E invece no. Le cose, a detta della famiglia, non starebbero così. Picchiarelli ha detto che Aurora sarebbe giunta al pronto soccorso con dolori al petto. Problemi respiratori, ai quali, secondo il legale, non sarebbe stata data la giusta attenzione da parte dei medici.
E’ evidente che spetterà quindi alla Procura, che indaga tramite il pm Eliana Dolce, rimettere in fila gli eventi per cercare di capire come sono andate davvero le cose. Sono stati già ascoltati i familiari della ragazza, così come altri parenti. Sentiti inoltre anche i sanitari del pronto soccorso. Al momento si indaga per omicidio colposo e non ci sono iscritti nel registro degli indagati, ma non si esclude che qualche nome potrebbe comparire presto. Si tratterebbe in ogni caso, per il momento, di un atto dovuto.
Da quanto si apprende la Procura vuole capire perché ad Aurora nel momento in cui è arrivata al pronto soccorso non è stato fatto un prelievo di sangue per verificare i valori ematici. Forse ci si sarebbe potuto rendere conto che le sue condizioni erano ben più gravi di quanto non si credesse. Dunque, cosa è successo in quelle sei ore (dalle 9.30 alle 15.30) al pronto soccorso? Continuano a sostenere i familiari che la ragazza respirava appunto male, aveva la tosse e forse la febbre. Era spaventata e piangeva. Secondo alcune testimonianze acquisite dagli inquirenti le sarebbe stato applicato per due volte il saturimetro, un piccolo apparecchio col quale si misura la saturazione di ossigeno e che fornisce anche i valori della frequenza cardiaca. Gli esiti sono agli atti degli inquirenti, allegati alla cartella clinica posta sotto sequestro. Infine, alla ragazza sono state somministrate 15 gocce di En, un farmaco che serve per tenere sotto controllo l’ansia.