Il Consiglio comunale di Viterbo, con 21 voti contro, respinge l’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Partito democratico, Luisa Ciambella, con il quale si chiedeva la revoca del voto favorevole all’aumento delle bollette dell’acqua espresso dal Comune di Viterbo nell’assemblea dell’Ato del 30 dicembre. Aumento che in quattro anni porterà le tariffe a lievitare di circa il cinquanta per cento rispetto a oggi.
L’unica che ha sostenuto la necessità di non mettere di nuovo le mani nelle tasche dei cittadini è stata dunque l’ex vice sindaca. Sono usciti dall’aula per precedenti impegni i consiglieri di Viterbo 2020, mentre hanno votato contro la revoca, confermando così la decisione presa il 30 dicembre, sia la sinistra che il centrodestra, compresi il consigliere del Movimento 5 Stelle Massimo Erbetti e il “civico” Giacomo Barelli.
In questo quadro, dove è stato notato il ritorno in aula di Serra (quasi sempre assente), colpiscono proprio i voti di Erbetti e Barelli. I due, soprattutto il primo, prima vanno a manifestare per l’acqua pubblica, poi avallano l’aumento delle tariffe. Se tutto ciò non fosse tragico, a dimostrazione dell’inganno mediatico di certi movimenti nei confronti dell’opinione pubblica, ci sarebbe solo da ridere.
Il voto contro l’ordine del giorno è arrivato al termine di una seduta surreale, introdotta dal sindaco Arena con l’ammissione che probabilmente il famigerato finanziamento di Arera, a giustificazione del quale è stato deciso di aumentare le bollette, è molto difficile che arriverà. Motivo per cui, parole sue, Talete “è destinata a fallire”. Arena ha addirittura definito la richiesta del finanziamento “un atto di fede”.
Alla fine di tante chiacchiere resta comunque un unico fatto: centrodestra e centrosinistra (tranne Luisa Ciambella) uniti nel difendere l’aumento delle bollette in palese contraddizione con le dichiarazioni pubbliche di sdegno che vengono rese a uso e consumo dei social e della stampa.