Ritorniamo necessariamente sulla vicenda di un primario per tre reparti. Si tratta di Fabio Campanile, capo chirurgo all’ospedale Andosilla di Civita Castellana, a cui, secondo indiscrezioni, la Asl affiderà (o meglio, a questo punto, avrebbe voluto affidare) anche la responsabilità della chirurgia oncologia e della chirurgia vascolare e d’urgenza a Belcolle.
Tutto è nato per il blocco delle due selezioni bandite per la scelta dei successori di Macarone e Alberti. In questo secondo caso il concorso è fermo a causa di irregolarità nella composizione della commissione, in cui è stato inserito anche il primario uscente, che invece, per regolamento e legge, essendo andato in pensione, non può parteciparvi. A sollevare il caso è stato questo giornale e il fatto che la selezione sia stata bloccata è la dimostrazione che non si trattava di una fake news come inizialmente qualcuno ha cercato di lasciare intendere.
Non era fake news neanche l’irregolarità denunciata sempre da ilViterbese.it sulla composizione della commissione chiamata a valutare tutti coloro che hanno partecipato a una selezione per graphic designer e social media manager. Al suo interno è stata messa la segretaria del circolo unico del Pd di Viterbo. Una cosa che non si può fare. Secondo indiscrezioni, la diretta interessata si sarebbe fatta da parte e ora va nominata una nuova commissione. Come volevasi dimostrare, avevamo ragione noi.
Sia per quanto riguarda il primario di chirurgia vascolare e d’urgenza che l’esperto social non si comprende perché non si provvede in tempi veloci a nominare le nuove commissioni per dare corso ai lavori. Relativamente invece al primario di oncologia, sempre secondo indiscrezioni, sembrerebbe invece che, dopo le nostre denunce, la direttrice generale dell’azienda abbia incontrato il vincitore, il quale dovrebbe prendere servizio entro qualche settimana. Resta il “mistero” sul perché di tutto questo ritardo.
Accadono cose strane alla Cittadella, dove peraltro colpisce il silenzio del direttore generale, che, di fronte a denunce circostanziate (le nostre), non fornisce spiegazioni pubbliche, pur ammettendo con i fatti (rappresentati come si vede dal blocco delle procedure concorsuali) che esse corrispondono al vero. Colpisce inoltre anche il silenzio di sindacati e associazioni che, invece di occuparsi di salvaguardare i diritti dei malati, sono evidentemente affaccendati in altre faccende. Da parte nostra, lungi dal voler portare avanti una battaglia politica, ribadiamo che è compito della libera informazione portare alla ribalta le cose che non vanno. Non se ne dolga dunque la Donetti se non scriviamo ciò che a lei farebbe piacere.