Inserito dal governo nel piano nazionale contro il rischio idrogeologico, l’oasi naturale delle Saline, a Tarquinia, beneficerà di uno stanziamento di due milioni e mezzo per interventi volti ad impedire che il mare si mangi il paradiso – poco conosciuto, ma importantissimo per la biodiversità che lo caratterizza – che essa contiene. L’erogazione del finanziamento è stata ufficializzata nei giorni scorsi con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. I lavori saranno finalizzati alla ricostruzione della spiaggia, oggetto negli ultimi anni di una costante azione erosiva dell’acqua in seguito alle sempre più frequenti mareggiate.
La riserva delle Saline si estende su un’area di 170 ettari ed è stata istituita (1980) per la conservazione degli uccelli tipici delle lagune costiere tirreniche, ovvero per l’importanza che il sito riveste per l’avifauna migratrice e stanziale. Attualmente è affidata al Corpo forestale dello Stato che ne è l’ente gestore. Tra le specie che la popolano ci sono il fenicottero rosa, la garzetta, l’airone cinerino, il cavaliere d’Italia, il gabbiano corallino, l’airone bianco maggiore, la beccaccia di mare, il cigno Reale, il cormorano, il falco pescatore, la quaglia e il fagiano. Non mancano, per quanto riguarda altri animali, esemplari di volpe, nutria, istrice, riccio, scoiattolo e testuggine.
Insomma, un piccolo angolo di paradiso, che merita di essere salvato. Bene ha fatto dunque il governo ad intervenire con questo primo finanziamento.