Paura da Coronavirus: due famiglie in “quarantena” a casa, una a Vallerano e l’altra a Caprarola. Si tratta in entrambi i casi di cinesi da poco rientrati in Italia dopo un viaggio nel loro Paese. Nessuno, è bene ribadirlo, presenta sintomi della malattia. Il provvedimento è stato preso, in via cautelativa, di comune accordo dagli interessati e dai sindaci. Diciamo in realtà che loro, Adelio Gregori a Vallerano e Eugenio Stelliferi a Caprarola, pressati dalla popolazione, li hanno convinti per la tranquillità di tutti non uscire da casa per un po’.
A Vallerano per quindici giorni, fino al 14 febbraio, la famiglia, che gestisce un negozio in via del Ruscello – composta da mamma, figlio, che frequenta le scuole elementari, e nonno – non si farà vedere in giro. Sarà proprio il Comune a portargli il cibo e i medicinali. La decisione di farli restare isolati per il tempo durante il quale il virus potrebbe restare in incubazione è stata presa venerdì, quando la popolazione si è allarmata per il loro ritorno in paese dopo due settimane trascorse proprio a Wuhan (la città da dove è partita l’epidemia e di cui sono originari) in occasione dei festeggiamenti del Capodanno cinese. Il bambino venerdì si è presentato regolarmente a scuola: di fronte alla preoccupazione dei genitori degli altri bambini la dirigente, d’accordo con il sindaco e le altre autorità, ha quindi disposto che in questi quindici giorni studi e faccia i compiti da casa sotto la sorveglianza della scuola.
Un caso quasi identico a Caprarola. Qui ci troviamo di fronte a una famiglia composta da madre, padre e tre figli. A far scattare l’allarme, a scuola, il fatto che anche loro nei giorni scorsi sono stati in Cina per il Capodanno. I figli frequentano uno la quinta elementare e un altro la terza media. Pure qui sarà il Comune ad assistere la famiglia per tutte e due le settimane di isolamento.
Va detto che sia a Vallerano che a Caprarola la collaborazione tra i sindaci e le famiglie coinvolte è stata massima. Ma in realtà, da un punto di vista tecnico legale, i provvedimenti adottati non hanno alcun valore: posto che è provato che il virus se in incubazione non si diffonde, la quarantena la si deve fare comunque in ospedale per cui i sindaci più che convincere le due famiglie a non uscire di casa si sarebbero dovuti attivare per farle mettere sotto osservazione dal servizio sanitario. Al contrario, avallando la “pancia” della popolazione, si rischia senza volerlo di dare la stura a comportamenti che potrebbero generare ancora più psicosi.