Comitati Non ce la beviamo in piazza per dire no all’aumento delle tariffe e alla Talete.
“L’acqua sta diventando un privilegio quando invece è un diritto”, ha attaccato Paola Celletti. La quale ha sottolineato come la gestione privatistica non assicura il godimento di un diritto inalienabile e fondamentale come è appunto quello dell’acqua. Per questo diciamo no alla Talete e sì all’acqua pubblica”. “Un mese fa – ha spiegato – i sindaci della provincia hanno autorizzato Talete ad aumentare le bollette del 45% entro il 2023. Una decisione dagli esiti socialmente disastrosi”. Per questo alla manifestazione sono stati invitati il sindaco di Viterbo Giovanni Arena (maggior azionista della Talete) e il presidente della Provincia Pietro Nocchi. Però on sono venuti”.
“Chiediamo due cose – ha invece detto Bengasi Battisti -: che siano annullati gli aumenti delle tariffe e che sia mandata in archivio la Talete per lasciare il posto a una gestione pubblica del servizio idrico. I cittadini hanno chiesto nel 2011 che l’acqua fosse gestita in forma pubblica. Da quel referendum, il silenzio. A questo silenzio abbiamo reagito con la legge regionale”.
“Ma i risultati non sono stati quelli sperati dai comitati per l’acqua pubblica. Da qui la necessità – ha aggiunto l’ex sindaco di Corchiano – di manifestare e di andare nei paesi a spiegare quello che sta succedendo. La Talete non è un organismo pubblico e infatti con una decisione di stampo privatistico, i sindaci il 30 dicembre hanno deciso un aumento delle bollette a scapito dei cittadini”.
Tra i politici presenti il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Luisa Ciambella, Antonio Rizzello, Massimo Erbetti e Silvia Blasi dei Cinque Stelle, Chiara Frontini di Viterbo 2020. A spiegare tecnicamente il blitz compiuto il 30 dicembre è stata proprio la Ciambella, che ha messo in evidenza l’assurdità di una votazione a cui hanno partecipato solo 27 sindaci, di cui 11 in rappresentanza di Comuni che non sono all’interno di Talete. Tutto legittimo sul piano normativo (forse), meno – ha rimarcato l’esponente del Pd – sul piano morale. Di fatto, i cittadini si troveranno a pagare bollette salatissime su decisione di sindaci che il servizio idrico se lo gestiscono da soli.
Interessante anche un'”indiscrezione” fornita da Chiara Frontini: nonostante il disastro gestionale i dirigenti di Talete si sarebbero aumentati lo stipendio. Vi sembra normale?