Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) non si fida di Talete. Non gli basta l’aumento delle tariffe idriche deliberato dai sindaci durante l’assemblea dell’Ato del 30 dicembre. Né dà credito ai buoni propositi che gli stessi primi cittadini stanno manifestando in queste ore per portare a casa il “malloppo”. Per concedere il finanziamento di 35 milioni di euro vuole ben altre garanzie. Pretende la certezza che non ci siano rischi di fallimento e allo stesso tempo che venga presentato un progetto dettagliato di investimenti. E sì: i soldi che eventualmente concederà devono essere utilizzati per ammodernare la rete idrica e metterla in sicurezza, non per pagare i debiti pregressi.
E’ questo, secondo indiscrezioni, il succo della riunione che si è tenuta a Roma, a cui hanno partecipato, oltre al presidente Andrea Bossola, il presidente della Provincia, Pietro Nocchi, e, in rappresentanza del Comune di Viterbo, il vice sindaco, Enrico Contardo.
Sull’esito dell’incontro, sul tavolo del quale sarebbe stato esibito a mo’ di inutile trofeo il documento con l’esisto favorevole del voto sull’aumento delle bollette del 45 per cento in quattro anni, è stato annunciato un comunicato ufficiale, ma dubitiamo che sia emanato prima di lunedì. Comune di Viterbo e Provincia devono meditare infatti molto bene sulla formula da scegliere per non stizzire oltremodo l’opinione pubblica. Devono metabolizzare la doccia gelata piovutagli tra capo e collo (in effetti solo loro credevano da illusi che sarebbe stata una doccia calda) anche perché sembra che della richiesta di questo finanziamento ad Arera non sapevano nulla prima di oggi. Il che, se confermato, vorrebbe dire che il precedente cda non l’aveva chiesto, nonostante le rassicurazioni date in tal senso ai cittadini viterbesi da un anno a questa parte.
Di fatto, mentre tra poche ore si svolgerà la manifestazione dei comitati Non ce la beviamo, il futuro della società idrica naviga ancora in acque assolutamente tempestose. Visto quanto accaduto in questi anni, l’Autorità che vigila sull’energia e sull’acqua prima di tirare fuori i soldi vuole vederci chiaro. D’altra parte, come aveva già affermato l’opposizione in Consiglio comunale (Ciambella), come si fa a chiedere un finanziamento senza un piano industriale?