Sabato alle 17 a piazza delle Erbe la manifestazione del comitato Non ce la beviamo, che ha invitato anche il sindaco Giovanni Arena e il presidente della Provincia Pietro Nocchi affinché chiariscano ai cittadini il perché dell’aumento delle bollette dell’acqua. Aumento che, vale la pena ricordarlo, in quattro anni, dal 2020 al 2023, arriverà quasi al 50 per cento.
“L’acqua – ribadisce il comitato Non ce la beviamo – non è una merce. E’ un diritto. La gestione privatistica non assicura il godimento di questo diritto. Per questo diciamo no alla Talete e sì all’acqua pubblica“.
Il comitato si attende per sabato una grande partecipazione popolare. Solo così infatti si può cercare di contrastare “la politica privatistica della Provincia e del Comune capoluogo”. “Il quadro legislativo esistente – dicono i referenti del comitato – consente di dare corso in tempi molto rapidi al passaggio dalla gestione di Talete alla gestione pubblica dei Comuni, sulla base dei relativi bacini ideografici. Basta dare attuazione alla legge regionale n. 5 del 2014, che, a seguito dell’esito del referendum del 2011, sancisce la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque”.
D’altra parte, “le conseguenze negative della gestione privatistica dell’acqua come merce sono sotto gli occhi di tutti. Meno di un mese fa la conferenza dei sindaci dell’Ato 1 Lazio Nord ha appunto autorizzato Talete ad aumentare le bollette degli utenti del 45% entro il 2023. Una decisione dagli esiti socialmente disastrosi, di cui nella manifestazione di sabato prossimo chiederemo la revoca. I nodi della problematica Talete sono ormai giunti al pettine e non consentono più di tergiversare o restare sul vago”.
“Per questo – concludo i promotori di Non ce la beviamo – il coordinamento dei comitati per l’acqua pubblica ha invitato il sindaco Arena e il presidente della Provincia Nocchi in piazza delle Erbe. Devono venire per chiarire chiarire ciò che è stato deciso il 30 dicembre nella conferenza dei sindaci e per rendere noti i loro intendimenti futuri. Sarebbe una prova di grande sensibilità istituzionale e democratica verso tutta la cittadinanza”.