Il consigliere comunale del M5S Massimo Erbetti sa, ma fa finta di non sapere. Torna all’attacco sull’aumento delle bollette idriche chiedendo pubblicamente di rendere noti i nomi di chi ha votato a favore. Sembra di capire che a lui interessi inchiodare alle proprie responsabilità il sindaco Giovanni Arena, che l’aumento ha in effetto autorizzato con il voto favorevole del consigliere Gianluca Grancini e prima con la dichiarazione di voto altrettanto favorevole di Giulio Marini. Il gioco delle parti, anche perché Erbetti dovrebbe a sua volta spiegare come ha fatto a votare alle elezioni provinciali la lista del presidente Nocchi ben sapendo che era a favore dell’aumento delle bollette.
Per dovere di cronaca pubblichiamo comunque la lettera di Erbetti: “Ma cosa è successo il 30 dicembre 2019? Cosa è successo all’assemblea dell’Ato e a quella dei soci di Talete? Lo chiedo perché a quanto pare le cose sono un po’ ingarbugliate e poco chiare, credo chi è preposto a farlo dovrebbe spiegare ai cittadini se è vero o meno che praticamente tutti i sindaci, in prima persona o tramite i propri delegati, hanno realmente votato l’aumento delle tariffe dell’1,4% per il 2019 e del 9% annuo per il periodo che va dal 2020 al 2023, nel caso in cui Area conceda il prestito di 40 milioni di euro. I sindaci si sono resi conto che così facendo hanno aperto la strada ad un aumento delle tariffe del 45% in cinque anni? Ma cosa ancora più grave, se fosse vero, sarebbe – il condizionale è d’obbligo – che al momento di votare il punto 4 all’ordine del giorno dell’assemblea Ato, quello sugli aumenti, il delegato del sindaco Arena non fosse presente in aula e che al suo posto abbia votato un altro delegato, che però non aveva la delega per quell’assemblea, ma per quella dei soci di Talete”.
“Cerco di inquadrare – continua Erbetti – come sembrerebbero essere andate le cose: ore 12.09 circa inizia l’assemblea, 15 minuti dopo si vota il punto 1, dopo 21 minuti e quindi alle 12.30 circa si vota il punto 2. Dopo un’ora e 5 minuti si vota il punto 3. Siamo quindi arrivati pressapoco alle 13.14 minuti, da quel momento in poi e cioè fino alle 13.40, ora in cui viene chiuso il verbale, si tratta e poi si vota il punto 4, quello degli aumenti, ma in questo frangente di tempo (dalle 13.14 alle 13.40) sembra non fosse presente il delegato di Viterbo per l’assemblea Ato, ma solo quello per l’assemblea dei soci Talete. Se così fosse, l’assemblea Ato sarebbe valida? Ci sarebbe stato comunque il numero legale? E’ mai possibile che nessuno, se così fossero andate realmente le cose, si sia accorto dell’accaduto? In un comunicato dei giorni scorsi, il consigliere delegato dal sindaco di Viterbo per la sola assemblea dei soci Talete dichiarò: ‘Io ho partecipato all’assemblea dei soci della Talete come delegato dal sindaco di Viterbo ratificando il voto espresso dall’assemblea dei sindaci e congelando così l’incremento previsto dell’1,4%”, ma siamo certi sia andata veramente così? Siamo certi che non abbia votato per errore nell’assemblea Ato? In molti affermano che il voto espresso fosse proprio nell’assemblea Ato. Credo che sia arrivato il momento di fare chiarezza per togliere ogni dubbio su come siano andate le cose. La settimana scorsa a mezzo stampa chiesi al sindaco Arena di dire chiaramente se il voto espresso dal comune di Viterbo fosse stato per gli aumenti tariffari nonostante la delibera di Consiglio che impegnava lo stesso sindaco a non farlo. Oggi chiedo invece a gran voce che si faccia chiarezza su quanto accaduto in assemblea Ato. Lo dobbiamo ai cittadini”.

