“Oltre alla democrazia delle idee, c’è anche la democrazia dei numeri”. Il sindaco di Sutri, Vittorio Sgarbi, ha spiegato così in Consiglio comunale il ribaltone che ha portato prima di Natale alla sostituzione di Felice Casini con Lillo Di Mauro.
“I numeri – ha spiegato ribadendo ancora una volta che non è stato lui a volere il cambio di maggioranza – consentono di governare, ovvero di poter tenere in piedi, a Sutri e altrove, una maggioranza in Consiglio comunale, al di là della posizione del sindaco. Non dovete chiedere a me le ragioni della nuova maggioranza, ma alle pretese della politica locale. Io amo Sutri e voglio solo che la città, degna della sua storia, continui a crescere, come sta facendo con tutto ciò che le sto garantendo, difficilmente attuabile con altre amministrazioni”.
“Esiste una politica locale – ha ancora spiegato Sgarbi – che non mi appartiene, e di cui non mi sono occupato, ed esiste una politica di visione, che è quella che ho tentato di fare, trovando una serie di consensi in democristiani, piddini, leghisti, forza italioti e via scorrendo. La lista Rinascimento, composta da esponenti e partiti consolidati a Sutri, di varia natura, non è un partito, ma è stato un albergo, un luogo simbolico e ospitale, per indicare una visione di futuro di Sutri, a partire proprio dal suo importante patrimonio, dalla sua Bellezza. A Felice Casini, esponente tra i locali, va il mio ringraziamento per il suo impegno, per ciò che ha tentato di fare, pur fallendo. Di fronte a questo panorama eterogeneo, va ricordato, quindi, che la lista Rinascimento era una lista opportunistica per la politica locale, senza alcun elemento che venisse dalla mia persona, se non la mia persona stessa, tanto che io non ho consiglieri. In questa dimensione non di partito, nella lista Rinascimento, la politica locale, che è totalmente estranea a me, ha trovato una sistemazione nel Consiglio comunale. Una macedonia di posizioni distinte, quindi, in cui il Pd convive con la destra, che ad un certo punto è saltata, secondo la democrazia dei numeri, perché due esponenti non legati a Rinascimento, ma a proprie compagini politiche, hanno presentato le loro dimissioni, abbandonando il gruppo di maggioranza in favore dell’opposizione, così come il consigliere Vettori, che mi accusava, subito dopo le elezioni, di non essere abbastanza democratico e non riunire la maggioranza, che non era mia, ma era stata voluta e decisa dal vicesindaco”.
Tutto bene, dunque, secondo Sgarbi, che ha ringraziato Casini per il lavoro svolto, pur avendo a suo giudizio fallito sul piano dei numeri: “E’ venuta a cadere la maggioranza dei numeri, di cui non dovevo occuparmi io, che non ho fatto le liste, non avendo scelto in alcun modo gli assessori, i candidati, ma di cui doveva occuparsi Felice Casini, come da chiari accordi, fidandomi di lui perché io non sono del luogo, mentre lui pareva rappresentare il trait d’union tra le varie anime politiche della città. La mia a Sutri è una figura di rappresentanza, capace di espanderne il nome e la Bellezza, accrescendone la ricchezza e le potenzialità, mentre quella del vicesindaco è la funzione, in questo caso, di ‘sindaco del luogo’. Straordinario e ordinario. Fin da agosto del 2018 è stato un travaglio. Voglio ribadire la mia considerazione per il grande impegno di Felice Casini, ma la realtà non cambia: a lui spettava tenere in piedi non la democrazia ideale, che qui non si è mai palesata, per la presenza di varie idee nella stessa lista, ma la democrazia dei numeri, che lui garantiva a Sutri e a me. Non ho voluto, non ho neanche immaginato, un ribaltone, anzi ho atteso per mesi che la precedente maggioranza, fiaccata dalle dimissioni di 3 consiglieri e da debolezze dovute alla mentalità della politica locale, si riuscisse a mettere nuovamente d’accordo per partorire un governo stabile per Sutri, e chiedendo a Casini, come ho già detto più volte, di portarmi sette firme di sette consiglieri disposti a stare dalla stessa parte, a lavorare senza più remore, e con maturità, per il bene della città. Ho atteso per mesi, ma quelle firme non sono mai arrivate”.