Doveva essere il mercoledì nero della sanità viterbese. Due proteste in contemporanea. Una a Roma con gli operatori del 118 che temono di perdere il posto di lavoro (sono 170 quelli a rischio tra Viterbo e Rieti) per la decisione della Regione di affidare i servizi di emergenza su strada alle associazioni di volontariato. L’altra a Viterbo, sotto la Cittadella, indetta da alcune sigle sindacali che contestano i metodi, definiti discriminatori, seguiti per gli avanzamenti di carriera soprattutto del personale amministrativo in servizio presso la Asl. Avanzamenti che, oltre ad essere discutibili per le presunte contiguità con i potenti di turno, sottrarrebbero risorse alla sfera sanitaria vera e propria. Sotto accusa, in particolare, le progressioni fatte da alcuni sindacalisti.
E invece no. La prima protesta, quella degli operatori del 118, è saltata. Sospesa perché la Regione ha annunciato la revoca della delibera contestata pubblicata il 30 dicembre. Un nuovo incontro con i sindacati è in calendario per il 23 e in quella sede si potrà capire cosa effettivamente intende fare la giunta Zingaretti su questo fronte.
Dunque oggi dalle 9 alle 12.30 di manifesteranno solo i sindacati viterbesi: Confael, Nursing Up, Cisas, Nursind e Ugl. L’iniziativa è stata confermata essendo andato a vuoto un tentativo di conciliazione tentato ieri mattina dalla Asl. “Il motivo dell’agitazione – spiegano nel dettaglio le sigle interessate – deriva dalla modalità poco trasparente sulla gestione degli incarichi che, oltre a favorire il settore amministrativo a discapito di quello sanitario, utilizza risorse altrimenti destinate a tutto il resto del personale continuando ad alimentare una situazione che favorisce sempre i soliti noti”.
Secondo i sindacati, ci sarebbero stati alcuni dirigenti proprio del sindacato che sarebbero avanzati di 6 fasce in un baleno, mentre altri, con 40 anni di servizio alle spalle, si ritrovano ancora in terza fascia. C’è dunque sullo sondo di tutto ciò anche una guerra tra sindacati. “Ci raccontano – dicono quelli che manifestano – che per il passaggio di fascia per tutti non ci sono i fondi, ma nel contempo si destinano 491 mila euro per poche decine di operatori e 550 mila euro da dividere tra i restanti 2500 lavoratori”.
I sindacati hanno anche intenzione di chiedere un incontro con il prefetto e con il sindaco e se la Asl non tornerà sui suoi passi minacciano lo sciopero.