La decisione di sospendere la delibera che manderebbe a casa in tutto il Lazio circa 700 lavoratori viene accolta favorevolmente dalle opposizione in Consiglio regionale. Secondo il capogruppo della Lega, Tripodi, “grazie alla tenacia dei lavoratori, l’Ares fa un passo indietro revocando il bando di 116 postazioni”, anche se “la giunta fa orecchie da mercante al di là delle promesse”. “L’azienda”, infatti, se il buongiorno si vede dal mattino, tornerà alla carica”.
“Nicola Zingaretti e l’assessore Alessio D’Amato – continua l’esponente del Carroccio – si riempiono la bocca sull’internalizzazione, tacendo su bandi, in linea con molti sindacalisti, che prendono un’altra direzione e che non tutelano i diritti dei lavoratori. Zingaretti e il direttore generale dell’Ares 118 dovrebbero ascoltare le problematiche dei precari. Quanto costa il blocco delle ambulanze nei pronto soccorso per la carenza di barelle o di spinali con la conseguente attivazione di altre postazioni giornaliere per garantire un servizio non radicato sul territorio? Intanto le Case della salute sono un miraggio su cui si aggiunge la chiusura dei Punti di primo intervento, mentre c’è la necessità di drenare gli accessi nei pronto soccorso con posti di breve degenza soprattutto legati ai codici bianchi e verdi nelle strutture periferiche. Insomma, l’offerta sanitaria si riduce, a partire dai tagli dei posti letto, favorendo la mobilità passiva, la disoccupazione o la perdita dei diritti dei lavoratori”.