Mobilitazione del comparto sanità (Confael – Nursing – Cisas – Nursind – Ugl) prevista per il prossimo 15 gennaio. Dalle 9 alle 12 sotto la Cittadella della salute.
“Il motivo dell’agitazione – spiegano i sindacati in una nota – deriva in primis dalla modalità poco trasparente sulla gestione degli incarichi funzionali che, oltre a favorire il settore amministrativo a discapito di quello sanitario, utilizza risorse altrimenti destinate a tutto il resto del personale continuando ad alimentare una situazione che fin qui ha sempre favorito i soliti noti. I lavoratori del comparto sanità sono chiamati a manifestare per rivendicare i loro diritti ed una maggiore attenzione nell’utilizzo dei fondi destinati alla contrattazione decentrata utilizzati nelle progressioni di carriera e nell’assegnazione delle fasce (avanzamento orizzontale), evitando di aumentare le disparità di trattamento che ad oggi hanno consentito ai soli noti di ‘maturare’ di 6 fasce in un baleno mentre altri, con 40 anni di servizio, si ritrovano ancora in terza fascia”.
L’appello dei sindacati è a far sentire la propria voce contro le “perenni ingiustizie e discriminazioni: tutti sono chiamati ad intervenire per tutelare i propri diritti minacciati dagli insaziabili appetiti dei famosi pochi”.
E ancora: “Ci raccontano che per il passaggio di fascia di tutti non ci sono i fondi, ma nel contempo destinano 491 mila euro per poche decine di operatori e 550 mila da dividere tra le centinaia più sacrificate nell’espletamento delle loro funzioni”.
Testimoniano i sindacati che “il malumore nella stragrande maggioranza dei dipendenti della Asl di Viterbo ha raggiunto livelli preoccupanti, dato che “tutto ciò che, ‘nel bene o nel male’, funziona è dovuto esclusivamente al senso di responsabilità degli operatori che nonostante le ‘penalizzazioni’ cercano di dare il meglio di sé. Tuttavia, l’esperienza ci insegna che lavorando privi di serenità si può incorrere in errori”.
Secondo queste sigle sindacali ci sarebbero “infermieri, privi di qualsiasi incarico formale, che si arrogano il diritto di fare i coordinatori manifestando la loro posizione gerarchica nei confronti dei più deboli”. Ci sarebbero altri infermieri, privi dei requisiti, che svolgono attività di coordinamento a scapito di chi, dei requisiti è in possesso; e ausiliari socio sanitari in possesso del titolo e che svolgono le funzioni di competenza retribuiti con il livello inferiore senza neanche il riconoscimento delle funzioni superiori”.
Sotto accusa infine anche le aggressioni in aumento, “specialmente presso i servizi di Psichiatria e Dipendenze”.