Momenti di tensione a Canino durante un incontro organizzato dal sindaco Lina Novelli, alla presenza del presidente di Talete Andrea Bossola, per parlare della gestione del servizio idrico. O meglio: per preparare i cittadini all’imminente rincaro delle bollette approvato dall’assemblea dei sindaci il 30 dicembre (45% in quattro anni). Il clima è apparso subito infuocato, tanto che il primo cittadino, sapendolo in anticipo e prevedendo le proteste, ha messo preventivamente le mani avanti, dicendo che tra il pubblico c’erano anche degli esponenti delle forze dell’ordine. E aggiungendo che in caso di denuncia lei sarebbe andata a testimoniare dicendo quello che aveva visto (ci mancherebbe, ndr).
Sia lei che Bossola hanno ovviamente difeso l’operato della società, pur ammettendo che sì, “qualche problema” di carattere organizzativo negli anni ci può essere pure stato. Fatto che la Talete, hanno sottolineato, non va fatta fallire. Sarebbero dolori per tutti. L’aumento delle tariffe, ha ribadito Bossola, è necessario per fare investimenti, “anche perché – ha avvertito – tra vent’anni i vostri figli rischiano di trovarsi senza acqua potabile”.
Parole, queste, che tuttavia non hanno convinto i cittadini presenti, che hanno risposto, senza peli sulla lingua, che per loro Talete più che una società di servizi e una società di disservizi. Non è mancato un battibecco tra Bossola e alcuni sul costo delle bollette nei Comuni che non aderiscono a Talete: “Dove si paga di meno – è stata in sintesi la replica del presidente – il servizio è più scarso, mancano i depuratori ad esempio e in ogni caso per legge le tariffe dovranno aumentarle anche loro”.
A parte la difesa d’ufficio della Novelli, schierata sulle posizioni della sinistra Pd che gestisce la Provincia e la Talete, la riunione è stata più che altro una cartina al tornasole del grande malessere della popolazione, che pagherà l’acqua a peso d’oro ricevendo in cambio un servizio scadente. Presente anche il Comitato non ce la beviamo, rappresentato da Paola Celletti e Francesco Lombardi. Che hanno attaccato il Pd che “a parole si dichiara per l’acqua pubblica e nei fatti si comporta al contrario”, invitando la Novelli, invece di gridare, “ad andare a chiedere a Zingaretti l’applicazione della legge 5 del 2014 sull’acqua pubblica mai applicata?”.