Allestire mercatini di Natale all’interno di un centro storico, compreso quello di Viterbo, e metterci attorno attrazioni per i bambini (casa di Babbo Natale, casa degli elfi, ecc.), non è frutto di alcuna idea geniale tutelabile con il diritto d’autore. Elementare visto che il Natale viene fatto così in tutti i Paesi del mondo da quando della festa si è impossessata la società dei consumi.
Il ragionamento fino a due giorni fa non appariva però scontato a Filippo Rossi & C., che, rivendicando la tutela sancita dalle leggi sul diritto d’autore, avevano citato in giudizio Fantaworld. A spiegarglielo è stato adesso il tribunale civile di Roma, che non solo ha rigettato il loro ricorso, ma ha anche condannato in solido i ricorrenti, Fondazione Caffeina e appunto Filippo Rossi, a risarcire le spese legali alla società presieduta da Andrea Radanich. La sentenza è di due giorni fa.
Insomma, Fantaworld non ha copiato l’idea di Filippo Rossi per il suo Villaggio di Natale. “Nel caso in esame – scrive il giudice – premesso che nel periodo natalizio è frequente riscontrare l’organizzazione di eventi a tema, non esiste nessun elemento di creatività ed originalità nell’evento che i ricorrenti chiedono di tutelare ai sensi della legge sul diritto di autore, né sul punto i ricorrenti hanno fornito altri elementi che orientino in senso contrario. L’insussistenza del fumus boni iuris esime il tribunale dall’indagare l’eventuale sussistenza del periculum in mora. La condanna alle spese di lite, liquidate come in dispositivo, segue la soccombenza”. Dunque “il tribunale di Roma, in composizione monocratica, visto l’articolo 700 del codice di procedura civile, rigetta il ricorso e condanna Fondazione Caffeina e Filippo Rossi, in solido tra loro, alla rifusione delle spese di giudizio sostenute da Fantaworld e liquidate in complessivi 7 mila euro, oltre spese generali ed accessori come per legge”.
Caffeina era difesa dalla moglie di Barelli, Dominga Martines.