Lina la rossa in campo, battagliera più che mai, contro i comitati per l’acqua pubblica. Lei, che per l’anagrafe si chiama Lina Novelli, è la sindaca di Canino. Una femminista e di sinistra. Una che – già iscritta al Pci, poi al Pds e ai Ds e infine al Pd(s) – vista la provenienza dovrebbe stare dalla parte dei beni comuni. Macché, manco per sogno. Lina la rossa è diventata infatti di destra. Nera come la pece.
Qualche giorno fa, nel corso dell’assemblea dei sindaci dell’Ato, si è scagliata come una tigre contro i rappresentanti del Comitato non ce la beviamo che avrebbero voluto dire la propria: “Basta – ha gridato – avete parlato troppo. Dovete stare zitti”. Ieri, invece, allo stesso Comitato ha cercato di mettere i bastoni tra le ruote proprio a Canino in occasione di una manifestazione annunciata da qualche giorno. Le avevano chiesto, per tenere l’iniziativa, l’atrio del palazzo comunale, senonché l’autorizzazione non arrivava. Ieri mattina qualcuno l’ha allora affrontata a brutto muso: quando ci rispondi? Quando ci vuole per darci quello spazio? E lei: “Da regolamento ho dieci giorni di tempo. Potevate pensarci prima”. Fatto sta che poi alla fine, di fronte alle proteste, l’atrio gliel’ha dovuto dare per forza, ma per ripicca quelli del Comitato hanno invece deciso di non utilizzarlo più. L’assemblea si è tenuta ugualmente, ma dentro un esercizio commerciale.
Contro Lina la rossa diventata nera in compenso è stato tutto un crescendo di polemiche, prima in piazza e poi su social. In paese ieri sera non si parlava d’altro. E pensare che lei si professa di sinistra.