D’ora in avanti è vietato passeggiare nei boschi della Riserva naturale del lago di Vico che ricadono nel comune di Caprarola. In provincia di Viterbo è la prima volta che accade. Normale? Che ne penseranno i cittadini? Le domande che nascono di fronte a questo stranissimo provvedimento sono tante e tutte legittime, fatto sta che così ha deciso il sindaco tramite un’ordinanza firmata il 13. Passeggiare nei boschi, secondo lui, sarebbe diventato pericoloso. Ma in realtà quando mai non lo è stato?
“Preso atto che nei boschi di proprietà del Comune di Caprarola – si legge nell’atto – sono stati registrati pericolosi schianti di grossi alberi, oltre a frequenti cadute di rami e/o parti di piante; considerato che il Comune è dotato di un piano forestale approvato dalla Regione e che lo stesso rende difficile qualsiasi intervento sostenibile, anche economicamente; considerato che a seguito dell’approvazione del piano, anche a fronte di centinaia di ettari di bosco destinato ad invecchiamento indefinito, non è stata riconosciuta alcuna indennità al Comune per il mancato taglio e che tale indennità sarebbe stata utilizzata per la manutenzione dei boschi necessaria anche per la loro fruizione in sicurezza; viste le frequenti segnalazioni di allerta meteo trasmesse dall’Agenzia regionale di Protezione civile con le quali si prescrive al Comune di adottare tutti gli adempimenti di competenza; considerato che i boschi in questione sono frequentati da numerose persone e che questo Comune non è nelle condizioni di poter effettuare interventi di taglio divenuti urgenti e indifferibili per la pubblica incolumità; si ordina, per il principio di massima precauzione e per motivi di sicurezza pubblica e di pubblico interesse, il divieto di accesso in tutti i boschi e nelle relative aree di pertinenza di proprietà del Comune di Caprarola ricadenti all’interno della Riserva naturale del lago di Vico e il divieto di sosta e fermata in tutte le strade e nelle aree adiacenti. Chiunque violi la presente ordinanza sarà punibile con una sanzione pecuniaria”.
Fin qui l’ufficialità dell’atto. Sembra che tutto sia nato per l’esistenza di un braccio di ferro per il taglio delle piante che la Regione non vuole autorizzare. La polemica va avanti da anni, come si ricorderà in passato sono più volte scesi sul piede di guerra anche gli ambientalisti. Ma Stelliferi evidentemente non demorde.