Sgarbi torna a puntualizzare, dal suo punto di vista, quanto accaduto a Sutri con il cambio di maggioranza.
“Ho letto – dice – l’esilarante comunicato di Nunzia Casini, svegliatasi da un lungo letargo. In linea generale lo condivido. Infatti, nonostante la mia stima per l’attuale vicesindaco, ravviso una contraddizione tra le mie posizioni generali e la scelta di cambiare il vicesindaco con un esponente di una lista civica orientata certamente a sinistra, e però non in contrasto con i principi della nostra lista Rinascimento che, per scelta non mia, ma, immagino, dell’ex vicesindaco Casini e di Vincenzo Petroni, ora di Forza Italia, inglobava anche esponenti del Pd, come l’attuale assessore Proietti e la figlia del segretario del Pd di Sutri, Ilaria Conti (poi non eletta). Quindi, dal punto di vista logico, non vedo come si possano applicare categorie, quali destra e sinistra, a liste miste. Nondimeno quello che è avvenuto indica comunque una variazione rispetto agli eletti nella maggioranza, al di là del loro orientamento destro o sinistro. Quello che non mi appare chiaro è come si possa attribuire a me, che fino all’ultimo, e per mesi, ho cercato di scongiurare questa scelta obbligata, di averlo deciso. Infatti la decisione è lampante nella denominazione con cui Nunzia Casini firma il suo comunicato, in nome e per conto del ‘Comitato dei consiglieri’ in favore dell’ex vicesindaco Felice Casini: la firma infatti è ‘i 4 consiglieri di minoranza’. Appunto: di minoranza, come si autodefiniscono, perché da otto che erano sono diventati quattro, e tre, eletti con loro, sono rimasti consiglieri-assessori. Se, come ho detto fino allo sfinimento, nell’arco di circa cinque mesi fossero riusciti a indicarmi una maggioranza coesa (firme o non firme, che erano semplicemente una metafora della loro identità di maggioranza, secondo il vincolo di mandato che oggi rivendicano e pretendono sia rispettato, nonostante la loro acclarata impotenza), io non avrei sostituito il vicesindaco.Viceversa, per loro volontà, o incapacità, non sono mai andati oltre i quattro che continuano a torturarmi, con la loro dimostrata impotenza: quattro e non sette. Semplice: Casini non è riuscito a mettere insieme sette consiglieri eletti, mentre Lillo Di Mauro, senza alcuna sollecitazione, mi ha portato sette firme, identificando una nuova maggioranza. La sola alternativa a questa soluzione all’interno dell’assemblea, come prevedono le regole democratiche, erano le mie dimissioni e il ritorno al voto; ma, dal momento che la responsabilità della mancata maggioranza è dei capricci dei vari Casini ed Amori, non mia, ho ritenuto, per il bene della città, di finire il mio mandato con la maggioranza che ho trovato. L’unica cosa che posso fare per i quattro consiglieri di minoranza è lasciarli al loro destino, riaffermando che non mi ricandiderò a Sutri. E quindi, fra poco più di tre anni, potranno tornare a votare per verificare chi è di destra chi è di sinistra. Posizioni che, allo stato, sembrano del tutto improbabili date le entità individuali presenti nelle due liste. Quelli di Casini eletti consiglieri di Sutri, se preferissero rinunciare a me sin da ora, non troverebbero certamente il consenso della maggioranza dei cittadini. Si mettano dunque il cuore in pace i poveri “4 consiglieri di minoranza”, giacché non li ho minorati io, ma sono minorati da soli. E, oggi che la maggioranza è solida, nessuno li ha costretti a uscirne. Quanto alla posizione politica di Casini, non vorrei turbare l’animo dei suoi sostenitori destrorsi, ma, da democristiano, l’ultima conversazione che ha avuto con me riguardava l’intenzione di fare il rappresentante di “Italia Viva” di Matteo Renzi, in un ruolo di un certo rilievo che io gli ho sconsigliato di assumere. Vedete come gli orientamenti sono mobili. Destra qua, sinistra là”.