
Si è celebrato il congresso provinciale del Pd(s), ma pochi se ne sono accorti. Location dell’evento l’intimo ambiente dell’hotel Alla corte delle terme. Segretaria, eletta, Manuela Benedetti. Panunziana doc e vicesindaco di Canepina.
Congresso sottotono, svolto all’insaputa di tutti. Intimo come il posto scelto per radunare i pochi convenuti. Non un invito alla stampa, zero fotografi, nessun ospite della società civile o delle altre forze politiche e oltretutto lavori iniziati e conclusi neanche in due ore. Manco fosse una riunione di condominio.
Purtroppo a ciò oggi è ridotto il Pd in provincia di Viterbo. Un mezzo Pd, come detto altre volte, poiché si è chiamata fuori dalla contesta, per protesta contro la gestione accentratrice di quest’ultimo anno e mezzo, tutta la parte moderata e riformista, con il risultato, per chi ha partecipato al congresso, di essere stato suo malgrado protagonista di riunione riservata agli eredi del vecchio Pds. I quali però, come si vede, purtroppo per loro, non riescono più ad infuocare la piazza. Cambiano i tempi e chissà se, nei giorni in cui irrompono sulla scena le sardine, qualcuno prenderà mai coscienza di quello che è riuscito a fare. Chissà.
Insomma, come si nota dalle stesse foto ufficiali diramate dall’ufficio stampa del “Politburo” (che non è riuscito più di tanto a taroccarle), di gente ce n’è stata davvero poca. Difficile chiamare tutto ciò con il nome di congresso. Sembra di stare ai titoli di coda, ma in fondo – a fronte di un partito in cui è stata annientata ogni possibilità di dibattito democratico, riducendo l’azione politica al che te serve? da parte di chi ha in mano i cordoni della borsa regionale – era inevitabile che finisse così. Allo stesso modo era inevitabile che alle elezioni provinciali, quasi come si provasse un senso di vergogna, scomparisse il simbolo del partito, con candidati mimetizzati all’interno di un finto civismo fatto di tanti soliti noti.
In questo contesto è esplicativa, da un punto di vista semantico, la nota diramata dal segretario regionale Bruno Astorre a lavori conclusi: “Voglio ringraziare le donne e gli uomini, i giovani democratici che hanno deciso di iscriversi ad una bella comunità come è quella del Pd”. Le donne e gli uomini: si diceva così ai tempi del Pci.