Gli artisti Pasquale Altieri, Tommaso Cascella, Massimo De Giovanni, Maddalena Mauri, Federico Paris, Alfredo Pirri e Chiara Tommasi presentano, fino al 12 gennaio, a via Marconi e nel quartiere di San Faustino Luminaria. Il cielo è di tutti. Si tratta di un percorso di installazioni luminose nello spazio pubblico.
L’inaugurazione il 12 dicembre alle 18.
Luminaria. Il cielo è di tutti, che si ispira a un celebre testo di Gianni Rodari, è un percorso luminoso, con installazioni dei sette artisti, che si snoda tra via Marconi e il quartiere di San Faustino. Il cielo come spazio del sogno, della meraviglia e dell’impossibile, come luogo di proiezione dei desideri. Ma Il cielo è di tutti è anche una chiara allusione universalistica all’assenza di confini e barriere, di divisioni e classificazioni tra le persone, le culture, le possibilità di relazioni. Un cielo che unisce le case, le persone e il cammino delle persone, che rovescia il punto di vista e innalza lo sguardo. Gli interventi luminosi saranno dunque delle proiezioni personali o collettive, delle dislocazioni di senso e di spazio, delle vertigini dello sguardo, di suggestioni e direzioni inedite.
Frasi a mezz’aria, segni astratti, creature immaginarie o abitazioni sospese, le installazioni luminose si evidenziano come tentativi di agganciare terra e cielo, immaginando prospettive, miraggi e slanci poetici. Le opere presenti accenderanno vetrine di negozi chiusi, cortili o luoghi nascosti, nella convinzione che pubblico e privato, intimo e collettivo siano dimensioni permeabili e connesse.
Le luci saranno quindi il pretesto per la costruzione di relazioni nel quartiere, con l’obiettivo di creare nuovi ponti e nuovi sguardi sui territori comuni, sulla necessità di condividere, integrarsi, dialogare e abitare in maniera differente uno stesso luogo. I lavori degli artisti sono immaginati come attivazioni sensibili di una dimensione invisibile che, attraverso la luce, diventa visibile e costruisce un nuovo spazio, una nuova sensorialità. Ridisegnare il paesaggio notturno significa anche intervenire sulle paure, sull’insicurezza per riconciliare i cittadini favorendo una relazione maggiormente empatica con i luoghi.