Interessanti interventi del professor Gianni Tamino dell’Università di Bologna e della dottoressa Antonella Litta (Associazione medici per l’ambiente) al convegno: L’acqua bene essenziale. Lo stato delle acque in provincia di Viterbo, svoltosi sabato in Provincia.
“L’acqua – ha detto Tamino – non è una risorsa illimitata. La sua disponibilità si sta riducendo anche in Europa e in Italia anche a causa di periodi sempre più prolungati di siccità. L’acqua dolce sulla Terra è solo il 3% del totale e dovrebbe essere protetta con il risparmio e la razionalizzazione della sua distribuzione, con la salvaguardia e il risanamento degli ecosistemi e dei bacini idrici utilizzati per l’approvvigionamento, con il miglioramento del sistema degli acquedotti, del trattamento delle acque reflue e con il loro riciclo e con concrete politiche di tutela e risanamento ambientale. Per tutelare questa risorsa fondamentale per la vita – ha concluso – c’è bisogno di un’agricoltura che non contribuisca ai cambiamenti climatici come fa invece in modo rilevante l’agricoltura intensiva e le monocolture, un’agricoltura quindi che non inquini l’aria, l’acqua e il cibo e che non contribuisca ai cambiamenti climatici“.
“L’acqua pulita e salubre è una condizione fondamentale per la salute – ha detto Antonella Litta – dato che noi siamo l’acqua che beviamo e quella che mangiamo attraverso i cibi preparati con essa e gli alimenti nei quali è costituente preponderante. L’assunzione di acqua contaminata rappresenta quindi un innegabile rischio per la salute di tutti e a maggior ragione per la salute dei bambini. L’accesso e la disponibilità di acque salubri, pulite e di qualità, sono quindi le condizioni necessarie ed indispensabili per vivere in modo sano e per tutelare e proteggere lo stato di salute di tutte le persone ed in particolare dei bambini e delle generazioni future”.
“Relativamente alla situazione dell’Alto Lazio – ha continuato Litta – si deve assolutamente mettere in essere interventi per la riduzione del livello di arsenico e fluoro nelle acque ad uso potabile, si deve monitorare il livello del gas radon (cancerogeno certo di classe I come l’arsenico) presente nelle acque e si deve andare verso una rapida conversione alla agricoltura biologica per cercare di ridurre la presenza di pesticidi (sostanze tossiche, cancerogene ed azione di interferenti endocrini) nelle acque soprattutto superficiali. Relativamente poi alla situazione del lago di Vico e alle popolazioni di Caprarola e Ronciglione, che da anni sono private del fondamentale diritto all’acqua potabile, l’Isde ripropone gli interventi necessari ed urgenti per avviare il risanamento dell’ecosistema del bacino: cessazione della captazione di acqua e contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento; avvio in tempi rapidi di una drastica riduzione, fino alla completa abolizione, dell’uso di fitofarmaci in tutta la conca del lago con riconversione al biologico di tutte le attuali forme di coltivazioni agricole; costante controllo e periodica verifica di tutti gli scarichi fognari; bonifica definitiva ed effettiva del deposito militare Nbc; intensificazione dei controlli di tutte le attività notturne e diurne all’interno e in prossimità della Riserva regionale del lago di Vico; costante e approfondito monitoraggio di tutte le sostanze tossiche e cancerogene che possono contaminare le acque destinate a consumo umano, la fauna e la flora lacustre; informazione ampia e diffusa ai cittadini, negli studi medici, nelle scuole, negli ambulatori della Asl e presso l’ospedale di Ronciglione; e infine inizio immediato di un monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute delle persone e in particolare dei bambini tramite screening gratuiti”.