Chi avesse avuto dubbi sulle condizioni, non critiche, ma di più, in cui versa il pezzo di Pd (meno della metà) che si avvia a celebrare il congresso provinciale, deve andare a vedersi i risultati delle votazioni che si sono svolte ieri nei due importantissimi circoli di Civita Castellana e Viterbo. In tutti e due i casi gli ex Ds a trazione panunziana escono a pezzi.
A Civita Castellana, storica roccaforte rossa, viene eletto segretario Mattia Catalani, 22 anni, della mozione Iniziativa democratica. Gli ex Ds panunziani escono sconfitti senza se e senza ma, basti pensare che per il provinciale Manuela Benedetti ha ottenuto solo 17 voti su 35. Un gruppo, quello che si candida a prendere il controllo del partito a livello provinciale, ridotto a 17 voti. Roba da non credere. E dove poi? In quella città che è stata per anni la sua roccaforte. Dopo l’elezione a consiglieri comunali di Brunelli e Losurdo, tutto ciò è la dimostrazione di una sinistra del Pd che non esiste più, per lo meno secondo quella che è l’attuale configurazione.
A Viterbo città invece hanno votato solo 228 iscritti a fronte di un tesseramento presso il circolo di circa 450 persone (393 del 2018 più 61 quest’anno), senza considerare tutte le altre tessere, di cui non si conosce il numero esatto, fatte in maniera fraudolenta in altri modi lontano dalla sede istituzionale. Tutto ciò vuol dire che ha votato molto meno della metà degli aventi diritti. Siamo di fronte a un Pd praticamente morto.
Come detto nei giorni scorsi, con la decisione di andare a tutti i costi a congresso, senza voler trovare una sintesi con le altre componenti, l’attuale gruppo “padrone” del Partito democratico non si è reso conto o ha fatto finta di non rendersi conto delle macerie che lasciava dietro di sé. Macerie che adesso rischiano di seppellirlo.