Non è un ribaltone, dice Sgarbi. Così la pensa anche il nuovo vicesindaco Lillo Di Mauro. La politica, aggiunge il critico d’arte, non c’entra nulla. Tutta la colpa di quello che è successo – cioè il varo di una nuova maggioranza formata da una parte di centrodestra e la minoranza di sinistra – è delle liti tra le famiglie di Sutri. “Liti che – specifica Sgarbi – Casini non è riuscito a ricomporre”. Fatto sta che lui e Di Mauro si erano presentati in concorrenza alle elezioni, che uno (Sgarbi) è esponente di centrodestra e l’altro (Di Mauro) di Rifondazione comunista. Insomma, la politica non c’entrerà pure nulla, ma le appartenenze restano e la gente non può non notarle.
Dunque, con l’uscita di Casini entrano in maggioranza i 4 consiglieri della lista di Di Mauro ed escono i 4 che facevano riferimento all’ex vicesindaco: Nunzia Casini, Matteo Amori, Roberto Zocchi e Ferdinando Maggini. Sgarbi ribadisce che prima di prendere la decisione di rimuoverlo, aveva più volte chiesto a Casini di far firmare ai sette consiglieri della ormai ex maggioranza un documento con il quale certificassero la volontà di andare avanti. “Non l’hanno fatto”, nota.
“Avevo dato – ha spiegato ancora Sgarbi – il termine ultimo del 30 novembre. Alla scadenza non potevo far altro che prendere atto di non avere più una maggioranza a sostenermi. La maggioranza non esisteva più e l’hanno dimostrato quando gli ho proposto di eleggere come presidente dell’assemblea proprio uno dei 4. Nemmeno questo sono riusciti a fare. Il ribaltone l’hanno fatto loro, non io”.
Si apprende che i problemi più seri sono sorti quando sgarbi propose di nominare Francesco Bigiotti pro-sindaco: due consiglieri della maggioranza, Nunzia Casini e Matteo Amori, passarono subito all’opposizione. “Da allora è iniziato un paziente lavoro per ricomporre le liti da parte mia. Casini è riuscito a riportare i due nell’alveo della maggioranza ma a quel punto sono stati i 3 assessori a non riconoscersi più in quel gruppo che tuttora fa riferimento a Casini”.