Nocciole: l’Assofrutti di Caprarola si aggiudica il secondo round e vede accogliere dal Tar anche l’ordinanza emessa dal Comune di Bolsena. Copme accaduto con Grotte di Castro, secondo il giudice amministrativo l’atto non è sufficientemente documentato e al tempo stesso violerebbe i principi della libera imprenditoria in campo economico.
Il Comune tuttavia non si dà per vinto: “Intanto – dice la maggioranza in una nota – è bene chiarire una questione: sin dall’inizio del percorso sapevamo bene che la nostra ordinanza fosse deficitaria. Essa era stata concepita con un intento di natura politica e sociale, ovvero smuovere le coscienze su un tema di cui si parlava poco e che stava per caderci addosso. E sapevamo che questo percorso avrebbe avuto una fine, il Tar. L’intento originario è andato a buon fine, perché oggi la sensibilità della nostra popolazione su questo argomento è decisamente alta. Obiettivo raggiunto. Parallelamente, in questi mesi, la nostra attenzione sull’argomento monocultura non è calata, al contrario abbiamo lavorato sodo e soprattutto di concerto con tantissime altre amministrazioni del comprensorio del lago di Bolsena per mettere in campo una serie di iniziative con l’unico scopo di tutelare il nostro territorio”.
La prima iniziativa a cui fa riferimento il Comune di Bolsena riguarda la possibilità di realizzare un biodistretto del Lago, per il quale è già fissato un primo incontro a Gradoli il 9 dicembre: “Vogliamo iniziare un percorso sulla falsariga del biodistretto della Via Amerina, coinvolgere imprenditori agricoli e di filiera e le più importanti associazioni di categoria. Siamo straconvinti che ci sia un futuro di carattere economico che può derivare dai prodotti biologici e che questo possa essere sostenibile per il nostro territorio”.
Il Comune di Bolsena annuncia quindi di voler adottare quanto prima un regolamento puntuale sui fitofarmaci, “sul quale vogliamo coinvolgere le uniche associazioni credibili sul tema quali Coldiretti e Confagricoltura oltre che l’Università della Tuscia. Nel frattempo stiamo valutando l’applicazione della Vinca, sulla quale, però, abbiamo ancora delle riserve economiche e burocratiche. Ma è un tema sul quale stiamo discutendo. Il nostro intento è anche quello di agevolare il più possibile chi fa sana impresa e la Vinca, su questo, non darebbe garanzie: allungherebbe di molto i tempi autorizzativi, comporterebbe un esborso economico importante da parte dei privati, e soprattutto non servirebbe ad eliminare il problema della speculazione che vogliamo combattere. A tal proposito, nel 2020, il Comune di Bolsena inizierà a lavorare alla definizione di un piano agricolo comunale, per definire al meglio le aree, le colture e la tipologia di lavorazioni che sono necessarie per mantenere al meglio la salute del lago e dei terreni. Allo stesso tempo inizieremo un dialogo con l’Autorità di bacino distrettuale dell’appennino centrale, ente preposto per la tutela delle acque, al fine di definire un piano strategico per la salvaguardia del nostro lago. Stesso discorso lo faremo nei confronti della Provincia di Viterbo sulla concessione dei prelievi idrici, i pozzi per intenderci. Volgiamo vederci chiaro e vogliamo capire quelli che realmente sono necessari e se il lago è ancora disponibile ad essere utilizzato in questa direzione in maniera incondizionata”.
La conclusione: “In tutto questo diciamo grazie ad Assofrutti, perché con questi momenti di notorietà, ci ha ricordato che non dobbiamo abbassare la guardia e che, purtroppo, la nostra terra è costantemente sotto attacco speculativo. E noi siamo qui per difenderla, #illagononsitocca”.