Il 15 dicembre sindaci, assessori e consiglieri dei Comuni della Tuscia vanno al voto per il rinnovo del Consiglio provinciale, mentre il 9, cioè lunedì prossimo, è in programma la discussione del bilancio di previsione con relativa approvazione. La decisione di convocare questa sessione di Consiglio non è andata giù al centrodestra, che dal 15, in base ai nuovi equilibri scaturiti con le ultime elezioni comunali, avrà la maggioranza. Insomma, vuol dire che vogliono essere loro a decidere come e dove investire i soldi che entrano nelle casse dell’ente. Da qui, nei giorni scorsi, il tentativo di indurre il presidente Pietro Nocchi – che resterà presidente anche dopo il 15 – a non procedere con questo passaggio. Non c’è stato nulla da fare. A poco è servita anche la supplica inoltrata al prefetto: tecnicamente Nocchi e il centrosinistra, che è maggioranza ancora per pochi giorni, lo possono fare.
Di fronte a questa situazione ieri il gruppo del Centrodestra unito e civici, tramite Romoli, Grancini, Pellegrini e Bambini, ha depositato oltre duemila emendamenti. Il tentativo è di bloccare il Consiglio con il cosiddetto metodo dell’ostruzionismo. “ Siamo di fronte a un presidente e a una maggioranza – spiegano – che hanno fatto dell’arroganza il proprio modus operandi. E’ inconcepibile che si possa votare a sei giorni dalle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale il bilancio di previsione. Non sono rispettati i tempi previsti dal regolamento per il deposito degli atti. Non è pensabile approvare documenti di siffatta ricaduta politica a meno di una settimana dal voto”.
Tutto legittimo, ovviamente. Ma resta una domanda: come mai il centrodestra si accorge solo oggi che le cose stanno così? Non è vero forse che con questo centrosinistra erano giunti a patti la scorsa primavera per spartirsi gli assessorati? Uno spettacolo pietoso, invero, quello che sta andando in scena in Provincia. Pietoso anche per Nocchi, che dopo aver, con scarsa lungimiranza, inciuciato con il centrodestra adesso se li ritrova nemici.