“E’ possibile rivitalizzare la Provincia di Viterbo anche attraverso un dibattito di amministratori elettori, portatori di interessi e abitanti della nostra Tuscia. Lo chiede la nostra Terra e lo auspicano le nostre comunità desiderose di essere tutelate dalle troppo aggressioni ambientali che sottraggono futuro e compromettono salute. Lo chiede il variegato e determinato movimento per l’acqua impegnato da anni per la gestione pubblica del servizio idrico e per l’applicazione della legge regionale 5 del Lazio che permetterebbe la fine della esperienza Talete e di tutte le ingiustizie che subiscono i cittadini”.
Così il candidato a consigliere provinciale Bengasi Battisti,
che aggiunge: “Ai nostri laghi, al
nostro paesaggio, all’agricoltura tipica e
di qualità, alle produzioni biologiche, alle vere energie rinnovabili potremmo
fornire una sincera e efficace sponda istituzionale per contribuire a una
auspicabile economia circolare. Per una corretta gestione dei rifiuti che
tenda allo zero dove impiantistica
sostenibile e adeguata, tariffa puntuale premiante per i cittadini virtuosi che producono meno e differenziano
meglio evitino impianti di distruzione e
smaltimento inquinanti”.
Battisti sogna “una provincia che sappia
meglio tutelare i beni comuni e i diritti dei suoi abitanti”. Ciò “sarebbe
possibile anche attraverso una proposta di scopo costruita dal basso da sindaci
e consiglieri che in tante occasioni hanno condiviso e condividono vertenze
comunitarie a difesa dei beni comuni e della risorsa acqua”.
Una lista, quella “Per i beni comuni”, “capace – aggiunge
l’ex sindaco di Corchiano – di introdurre temi e rappresentare
sensibilità in una elezione che pur apparendo inutile eleggerà donne e uomini
con una grande responsabilità sulle politiche ambientali, sulla gestione
dell’acqua e sulla necessaria tutela della naturale vocazione dei
luoghi. Una Provincia che sappia curare luoghi e paesaggio con una chiara
posizione di contrasto all’agrindustria fondata su eccessivi e insostenibili
consumi di acqua , di pesticidi e di erbicidi anche attraverso una forte
alleanza con quei Comuni che lottano per la salute delle comunità. Trasformare
le elezioni provinciali da sterile e dannosa conta a proposta è possibile e
come sempre dipende da ognuno di noi. Che un vento efficace – conclude – possa spazzare le nubi che avvolgono
elezioni di un ente anestetizzato da una normativa che l’ha trasformato in un
secondo livello sottraendole al suffragio universale e che mantiene competenze
e poteri su vitali questioni dalle quali dipende una nuova idea e nello stesso
tempo antica idea di territorio.