Ennesima doccia gelata su Talete, che adesso dovrà farsi carico anche della depurazione del lago di Bolsena, finora in capo al Cobalb. Il Tar del Lazio ha infatti dato ragione ai Comuni che si erano rivolti all’organo amministrativo chiedendo di trasferire al gestore idrico le competenze in materia, stante anche la mancanza di fondi da parte della Regione per mandare avanti le attività del consorzio su rete fognaria e appunto depuratori del lago. La Talete sembra che voglia ricorrere al Consiglio di Stato, ma l’accaduto, al di là dei tempi e delle decisioni dei giudici di appello, sembra destinato necessariamente a gravare forse in maniera rovinosa sulle esangui casse della società. Che adesso, come se non mancassero i debiti che hanno indotto il presidente Andrea Bossola a minacciare di portare i libri in tribunale, è ancora di più nei guai.
Nel dettaglio, il Tribunale amministrativo regionale ha emesso sentenza favorevole alle delibere, tutte datate 2017, dei Comuni di Grotte di Castro, Gradoli, Capodimonte, Montefiascone, Marta, Bolsena, San Lorenzo Nuovo. Delibere con le quali i sindaci decisero di affidare a Talete il servizio di fognatura e di depurazione delle acque reflue dal 1° gennaio 2018 e di sciogliere in via anticipata, dal 31 dicembre 2017, il contratto con Cobalb. Produsse al riguardo una delibera anche il Comune di Valentano, all’epoca commissariato, ma Talete non l’ha impugnata.
“L’Ato 1 Lazio Nord-Viterbo – si legge nella sentenza del Tar – nel 2003 affidava il servizio idrico integrato a Talete” e va considerato che, in base a questa cessione, “sussiste l’obbligo di affidare le infrastrutture dai Comuni al gestore”. Motivo per cui “la situazione di dissesto del Cobalb è ragione aggiuntiva per il passaggio del servizio”, mentre da parte di Talete “non sussiste alcun interesse nel censurare la mancata incorporazione in sé di una società dissestata”.