Le responsabilità dei disastri legati agli eventi meteorologici sono sì imputabili ai cambiamenti climatici, ma ovviamente non è esente da colpe il comportamento dell’uomo, se è vero che ormai in Italia il dissesto idrogeologico interessa il 91% del territorio nazionale (dati Ispra).
Di fatto il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%), con la superficie agricola utilizzabile che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.
“Per questo motivo –nota il presidente di Coldiretti, Mauro Pacifici – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne. Il settore agricolo è quello più impegnato a contrastare i cambiamenti climatici ma anche quello più colpito con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione nazionale e alle infrastrutture. Anche oggi sono gli agricoltori i primi a cercare di arginare i danni, ripristinare le strade, aiutare chi ha bisogno, creando un vero e proprio presidio del territorio, come avviene anche alle prime nevicate. Ma non servono elenchi dei disastri, servono soluzioni immediate dalla politica e servono subito”.