Qualità della vita: a Viterbo non è il massimo. Anzi, proprio non va.
Emerge da un’indagine di Italia Oggi e università La Sapienza, che hanno monitorato nel corso di questo 2019 tutte le province italiane, prendendo in considerazione i servizi più svariati. Ebbene, la Tuscia si piazza al 79esimo posto (su 107), davanti, per quanto riguarda il Lazio, solo a Latina (88) e Frosinone (96). Roma è al 76esimo posto, Rieti al 73esimo. L’anno scorso la provincia di Viterbo era risultata 49esima. Il che vuol dire che la situazione in pochi mesi è praticamente precipitata.
Tra gli indici che hanno contribuito a una performance così negativa soprattutto quello riferito ai servizi sanitari, dove la provincia di Viterbo si piazza addirittura all’ultimo posto, il 103esimo. La dimostrazione insomma che in tema di sanità nella Tuscia molte cose non funzionano, come peraltro dimostra l’altissimo tasso di migrazione, ovvero di pazienti costretti a curarsi fuori provincia, non trovando a queste latitudini la giusta risposta alle loro esigenze.
A maggior ragione, dopo la pubblicazione di questa classifica, si dovrebbe riflettere, e non far finta di niente, sulla denuncia del presidente dell’Ordine dei medici, Antonio Maria Lanzetti, che, intervenendo a proposito del caso Castagnaro, ha parlato di sistema “malato”, gestito in modo massonico, immaginiamo cioè per appartenenza politica e non per merito di medici e operatori vari. Alla Asl dunque il compito ormai improcrastinabile di mettere in atto gli opportuni correttivi per un sistema più efficiente e competitivo. Come si vede, dire che tutto va bene non porta da nessuna parte.