Scontro sulla linea ferroviaria Roma Nord, ad un passo – così temono i pendolari – dalla chiusura. Da una parte i loro, quelli che per lavoro o studio devono servizi tutti i giorni dei mezzi pubblici, esasperati da una situazione ai limiti dell’inverosimile (tra cancellazioni, ritardi e treni come carri bestiame), dall’altra la Regione, il soggetto che dovrebbe garantire il servizio pubblico, ma che invece non ha ancora messo in campo serie alternative per sopperire ai disagi dovuti ai lavori di ammodernamento della linea. E’ di alcuni giorni fa una lettera a firma Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie) in cui vengono tirate le orecchie alla Pisana per i mancati lavori di messa in sicurezza. Un sollecito in questa direzione era arrivato agli uffici regionali già all’inizio dell’estate. Ora i tempi stringono e il rischio della chiusura totale della ferrovia si fa sempre più concreto. Da qui le proteste dei pendolari che rischiano di essere lasciati a piedi o nella migliore delle ipotesi veder aumentare i già biblici tempi di percorrenza.
Un binario morto, rischia di diventare la Tuscia. La preoccupazione tra i cittadini è molta e l’atteggiamento lassista della politica non è d’aiuto. Ci sono state riunioni sul tema, come quella della settimana scorsa in Provincia, ma pochissimi sono stati gli amministratori che hanno fatto capolino nella sala. Si sta interessando del caso solo uno sparuto numero di consiglieri comunali, come Luisa Ciambella di Viterbo, Bengasi Battisti di Corchiano e Simone Brunelli di Civita Castellana, che stanno raccogliendo segnalazioni e proteste di studenti e lavoratori. Per il resto tutto tace, sopratutto non si hanno notizie dalla Regione. Mauro Alessandri, assessore regionale alla mobilità, non si è mai visto in terra di Tuscia per incontrare i pendolari e le varie associazioni e intercettare i malumori dai tanti utenti.
Se dalla politica tutto tace, i pendolari si muovono. Per sabato 16 alle 10 infatti è stata indetta una manifestazione a Roma a piazzale Flaminio da varie associazioni. A dimostrazione che gli animi sono caldi e tutto potrebbe esplodere.
